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Una seconda possibilità per i vecchi zaini dei rider Glovo: diventano accessori moda grazie alle detenute

zaini glovo riciclati

Le detenute coinvolte da Officina Sociale nel progetto "Made in Carcere" hanno realizzato borse termiche, porta tablet o notebook, borselli, portachiavi, in vendita sull'app Glovo e recuperati da oltre cento vecchi zaini che altrimenti sarebbero stati difficile da smaltire adeguatamente.

Diventano portachiavi, piccole borse termiche, zaini in stile urbano per notebook e tablet i vecchi zaini Glovo riciclati, in un progetto di «economia rigenerativa» – come lo chiamano ufficialmente – nato da una partnership tra la piattaforma per il delivery e la onlus Officina Sociale.

Gli zaini Glovo riciclati in un progetto di rigenerazione sociale e ambientale

Più nota per il progetto “Made in Carcere” e l’omonimo brand di oggetti – per lo più borse, bikini, bracciali, ma anche mascherine da inizio dell’emergenza sanitaria – cuciti da uomini, donne e minori detenuti o sottoposti a misure di limitazione della libertà appunto, la cooperativa ha deciso di dare nuova vita agli zaini utilizzati dai rider per le consegne, evitandone la dispersione nell’ambiente: cerati e impermeabilizzati per garantire le migliori condizioni delle consegne, questi contenitori sono infatti difficili da smaltire correttamente.

Gli zaini Glovo riciclati e trasformati in accessori modaioli e trendy, che i più affezionati del delivery possono acquistare sull’app mentre programmano la consegna della propria spesa a domicilio e sfoggiare nelle più diverse occasioni, raccontano così una storia, doppia, di seconde possibilità. Da un lato quella delle detenute coinvolte per questa iniziativa che hanno raccolto e sanificato oltre cento zaini usurati provenienti da hub e uffici di Glovo dislocati in tutta Italia dove i rider si recano per la sostituzione e li hanno trasformati, al momento, in quattrocentocinquanta accessori tra sacche e borse termiche, portabottiglie, borselli, trovando nel lavoro manuale riscatto alla propria condizione di privazione della libertà. Dall’altro, quella di una moda che, per necessità, non può che guardare sempre di più a modelli di economia circolare e di recupero delle materie prime, le più preziose certamente ma anche quelle che più rischiano di risultare inquinanti: gli zaini Glovo riciclati sembrano, del resto, la versione “per il sociale” dei vecchi accessori moda recuperati e che riprendono vita secondo i principi dell’upcycling.

L’etica della rigenerazione che valorizza persone e ambiente

«Tenere tra le mani uno di questi oggetti – ha sottolineato, come si legge all’interno del comunicato stampa , Luciana Delle Donne nel presentare la partnership tra Officina Sociale e Glovo –  significa non solo riconoscere il valore e la possibilità di riscatto di chi li ha creati, ma anche abituarci sempre più a pensare che i materiali “di scarto” sono in realtà solo una tappa di qualcosa che può tornare a essere utile con altre forme e funzioni».

La corsa che le imprese dovrebbero intraprendere è, del resto, sempre meno quella della semplice responsabilità sociale e piuttosto quella verso un modello di impresa etica, basato sui principi di rigenerazione e di rinnovata consapevolezza di sé delle persone, che abbia risultati concreti in termini di tutela dell’ambiente e di inclusione sociale. La via scelta da Glovo e Officina Sociale “Made in carcere” è al momento anche quello delle charity: dai zaini Glovo riciclati e trasformati in accessori moda, infatti, il ricavato verrà interamente destinato ad altri progetti di riciclo.

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