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Web reputation dei ministri italiani: Conte batte per la prima volta Salvini

Web reputation dei ministri italiani: i dati 2019

Di cosa "vive" la web reputation dei ministri italiani? Uno studio prova a illustrarlo e stila una classifica dei politici con migliore reputazione online.

La web reputation dei ministri italiani vive di un sapiente newsjacking e cioè di un uso contorto ma curato dei fatti di cronaca, di un potente investimento sul proprio brand personale e, non ultimo, di un rapporto fiduciario con la propria community di riferimento. O, almeno, così sembra a leggere i risultati dell’indagine con cui Reputation Science prova a misurare ogni mese la reputazione di cui godono online i membri del governo italiano.

Non è più un mistero del resto – ed è stato, anzi, il cardine delle ultime campagne elettorali – che lo spazio politico o, meglio, lo spazio in cui si formano opinioni politiche, propensioni di voto e via di questo passo, coincida sempre di più con gli ambienti digitali.

Per un politico, così come per qualsiasi altro personaggio pubblico, fare attenzione alla reputazione di cui gode in ambienti come questi è, quindi, essenziale tanto quanto lo è agire in maniera proattiva per migliorarla.

Web reputation dei ministri italiani: una top 3

Deve saperlo bene il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, nel mese di marzo, ha scalzato per la prima volta in tutti questi mesi di governo il vice-premier Salvini. Spesso accusato di risultare sottotono e defilato, Conte ha visto migliorare la propria reputazione online (che ha guadagnato quasi il 34% rispetto al mese precedente) in diretta conseguenza di come ha affrontato alcuni appuntamenti dell’agenda politica di queste settimane. A convincere gli ambienti digitali – e chi li abita, chiaramente – è stato in particolare il profilo altamente istituzionale tenuto durante la visita del presidente Xi Jinping con la firma degli accordi Italia-Cina e l’aver preso le distanze da una manifestazione come il Congresso delle Famiglie di Verona. A dimostrazione, però, che la web reputation dei ministri italiani dipende anche in buona parte da aspetti quotidiani della vita intima vi è il fatto che la migliore reputazione online di Conte dipenderebbe almeno in parte dalla dichiarazione di voler tornare alla vita accademica dopo questa esperienza di governo e dalla notizia di un suo fidanzamento.

A sfruttare in maniera decisamente più sapiente episodi, quando non un vero e proprio live streaming, della propria vita privata è Salvini che, nonostante sia adesso secondo dopo Conte, è stato per mesi campione quanto a web reputation tra i ministri italiani (anche a marzo, tra l’altro, questa è cresciuta di oltre dieci punti percentuali). Una strategia social provocatoria nei temi e nei linguaggi, fatta di spettacolarizzazione e di tematizzazione  dell’agenda di giornata, del resto, ha garantito al vice-presidente un seguito forte e di affezionati sui social. Nelle ultime settimane, in particolare, ad aumentare la popolarità di Salvini e la sua (buona) reputazione online sono stati l’approvazione (riuscita) della legittima difesa e il caso della cittadinanza da concedere a Ramy, il piccolo protagonista dell’incidente di San Donato Milanese.

New entry sul podio dei ministri italiani con migliore reputazione online è Sergio Costa, ministro dell’ambiente. Anche in questo caso il miglioramento della web reputation del ministro (che è cresciuta solo a marzo di quasi un 14%) è legato alla cronaca e alla capacità di sfruttarla in maniera proficua: la vicinanza mostrata ai ragazzi che hanno scioperato per l’ambiente e gli impegni presi con Bruxelles a favore delle rinnovabili hanno contribuito, infatti, a far migliorare la percezione del ministro da parte degli internauti.web reputation dei ministri italiani

Qualche flop quando si parla di web reputation dei ministri italiani

Se c’è chi, come Luigi Di Maio, è rimasto stabile nella sua (buona) posizione, quando si parla di web reputation dei ministri italiani non si può fare a meno di notare, come fa ancora Reputation Science, che questa può rapidamente peggiorare a seguito di un passo falso, un provvedimento impopolare, il coinvolgimento in un fatto di cronaca negativo, una dichiarazione non particolarmente azzeccata e così via.

Il ministro Toninelli, per esempio, in queste settimane avrebbe visto peggiorare di molto la sua reputazione online – del resto mai alle vette durante questi mesi di governo – dopo la gaffe al Tg2 Motori, quando in un’intervista sull’importanza del guidare auto elettriche ammise di aver appena comprato una vettura soggetta a ecotasse. Di segno negativo anche le performance del ministro per la famiglia Lorenzo Fontana: è stato il Congresso di Verona, con l’insieme delle polemiche che si è portato dietro e il complesso di reazioni dal mondo politico-scientifico che ha suscitato, a far perdere in particolare popolarità al ministro.

Segno, come si accennava appunto, che la web reputation dei ministri italiani, così come quella di qualsiasi altro personaggio pubblico, è tutt’altro che statica: va difesa, più che e dopo averla guadagnata e non può non rientrare nel complesso di una visione strategica.

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