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Cosa aspettarsi dalla sanità digitale nel 2023: le previsioni di MioDottore

digital healthcare

L'applicazione delle più moderne tecnologie servirà a diminuire la burocrazia e rendere più efficaci e personalizzate le cure, anche quelle ricevute in remoto, stando ai trend per la digital healthcare di MioDottore.

MioDottore, la piattaforma di DocPlanner per la prenotazione di visite specialistiche online, ha identificato i cinque principali trend 2023 per la digital healthcare.

Neanche il settore sanitario sembra essere sfuggito, del resto, in questi anni alla trasformazione digitale. Anzi, come ha dimostrato la gestione della pandemia da coronavirus, rispetto ad altri settori è stato quello in cui l’ innovazione tecnologica si è tradotta in più efficienza, meno costi, un miglioramento nell’erogazione delle prestazioni mediche e, di conseguenza, dello stato di salute generale della popolazione.

In altre parole, il digitale si è già rivelato «abilitatore di una sanità più sostenibile, accessibile e focalizzata sui nuovi bisogni di medici e pazienti», come ha sottolineato Luca Puccioni, CEO di MioDottore, e in quanto tale dovrebbe assumere un ruolo «più centrale: [è] una trasformazione non banale, ma essenziale e non più rimandabile».

Dalla minore burocrazia alla medicina nel “metaverso”: i principali trend 2023 per la digital healthcare

Il futuro della sanità digitale non potrà non fare tesoro, sottolineano dalla piattaforma, delle best practice sperimentate fin qui. Le cosiddette ricette dematerializzate sono una di queste.

Per quanto possa sembrare secondario, infatti, prima di digitalizzare a trecentosessanta gradi l’assistenza sanitaria  è necessario snellire il lavoro d’ufficio del personale medico, cosa che permetterà di focalizzarsi di più sulla cura degli assistiti.

Il primo tra i trend 2023 per la digital healthcare è dunque legato alla de-burocratizzazione della sanità: più si riuscirà, anche attraverso teleconsulti, ricette digitali, sistemi interoperabili per la gestione dell’office e simili, ad automatizzare le attività a più basso valore aggiunto e più si potrà garantire ai pazienti un’assistenza sanitaria elevata.

Come anche altri trend digitali hanno evidenziato, quest’anno sarà fondamentale implementare soluzioni che siano rispettose “by design” della privacy e della riservatezza dei dati personali degli utenti. In sanità, considerata la particolare natura dei dati trattati, questa sarà una priorità più che in altri campi.

La buona notizia è che la blockchain aiuta a gestire i dati sanitari in maniera più sicura, trasparente, a prova di manipolazioni e – cosa non meno importante – interoperabile. Dal momento che i dati non conservati su un solo server ma su più server distribuiti, infatti, è più facile tenere traccia della storia clinica del paziente e monitorarne i parametri vitali in tempo reale.
Fornendo, come fa, un ambiente uniforme per la trasmissione dei dati sanitari, la blockchain potrebbe aiutare peraltro a potenziare il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE).

Per restare in tema di possibilità di monitorare lo stato di salute dei pazienti MioDottore individua come critico lo sviluppo di tecnologie smart e oggetti intelligenti come biosensori, smartwatch, inalatori hi-tech, eccetera che permettano di tenere sotto controllo anche da remoto diversi parametri vitali.

Applicata alla sanità, cioè, l’ internet of things (IoT) poterà in un futuro prossimo alla creazione di “ospedali senza pareti” che offrano assistenza al paziente direttamente in casa. Già durante la pandemia, a Sydney, un ospedale virtuale ha preso in carico dei pazienti positivi al coronavirus tramite l’utilizzo di chip per la misurazione da remoto dei livelli di ossigeno e della temperatura.

Più in generale uno dei trend 2023 per la digital healthcare sarà smaterializzare e allo stesso tempo rendere più immersiva l’esperienza di cura: il metaverso sarà il luogo ideale per farlo.

Gli ecosistemi immersivi permetteranno di rispondere meglio alla crescente domanda di un’assistenza sanitaria di prossimità personalizzata, a trecentosessanta gradi e aperta a nuove possibilità di cura.
Ciò permetterà di avere non solo interventi chirurgici meno invasivi, percorsi riabilitativi più coinvolgenti o setting personalizzati per i percorsi psicologici: nel metaverso sarà possibile anche accedere a prestazioni erogate solo da strutture geograficamente distanti dal luogo in cui ci si trova. Quanto basta, insomma, per rendere più integrato ed efficace il percorso di cura.

Il primo “Metaospedale” italiano è quello del polo ospedaliero di Brescia e Bergamo: al suo interno il paziente può consultare la propria situazione clinica, effettuare consulenze con il supporto di un visore, ricevere visite virtuali da parenti e amici.

Parte consistente dell’innovazione tecnologica in campo medico continuerà a riguardare, comunque, la ricerca. Con ogni probabilità i principali protagonisti saranno quest’anno i cosiddetti “organi su chip”. Si tratta di micro-dispositivi progettati per ricreare la fisiologia umana in grado di riprodurre e studiare ciò che accade nell’organismo più a fondo di quanto facciano i tradizionali modelli cellulari in 2D.

Grazie agli organi in chip si ha un maggiore controllo dell’ambiente cellulare, si possono studiare i meccanismi patologici e tumorali, le risposte ai farmaci e molto altro; soprattutto si accorciano i tempi di ricerca pur senza mettere da parte le questioni di sicurezza.

Una necessità, quella di implementare più velocemente nuove cure e trattamenti sicuri, emersa chiaramente durante la pandemia e che con ogni probabilità permeerà tutti i trend per la sanità – digitale e non solo – del futuro più prossimo.

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