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C'è una nuova lente su Snapchat per imparare la lingua dei segni (americana)

snapchat asl alphabet lens

Sfrutta la realtà aumentata il nuovo ASL Alphabet Lens per aiutare chi frequenta Snapchat a memorizzare l'alfabeto e a formulare il proprio nome e i vocaboli di uso più comune nella lingua dei segni americana.

Arriva su Snapchat ASL Alphabet Lens, il primo filtro in realtà aumentata che può essere sfruttato per imparare la lingua americana dei segni o almeno le sue basi.

Come funziona la nuova lente per imparare la lingua dei segni su Snapchat

Sviluppata in collaborazione con SignAll, che ha come core business l’applicazione dell’intelligenza artificiale al mondo delle traduzioni, la lente, come altre popolari sul social del fantasmino e non solo, usa un meccanismo simile a quello del riconoscimento facciale per tracciare il movimento delle mani e suggerire all’utente a che segno corrisponde ogni lettera dell’alfabeto o come poter tradurre in lingua dei segni americana il proprio nome, i vocaboli di uso più comune.

Snapchat ASL Alphabet Fingerspelling Lens
Snapchat ASL Alphabet Fingerspelling Lens

«Lavoriamo continuamente perché gli snapchatter possano esprimersi e stabilire connessioni attraverso la fotocamera» è stato, non a caso, il commento della compagnia che, nel presentare in un blog post il nuovo filtro Snapchat in lingua dei segni, ha sottolineato come «per i segnanti nativi, in un mondo in cui la disuguaglianza linguistica è ancora prevalente, l’AR può contribuire a far evolvere il modo in cui comunichiamo».

Già disponibile sia per dispositivi Android e sia per dispositivi iOS e in tutto il mondo, nonostante non ancora adattata a lingue dei segni diverse da quella americana, chi ha provato1 su Snapchat ASL Alphabet Lens sembra aver apprezzato non solo la possibilità di imparare semplicemente tenendo in mano il proprio smartphone l’alfabeto ASL e le sue applicazioni più pratiche, ma anche e soprattutto una serie di giochi e test per misurare i propri progressi e il proprio livello di apprendimento e capaci, o almeno così dicono i primi snapchatter che hanno usato la lente, di rendere più semplice e immediata la memorizzazione dei diversi segni dell’alfabeto.

Su Snapchat ASL Alphabet Lens e altri filtri simili puntano all’accessibilità e a una user experience ottima per tutti

Non è la prima volta, come ricorda tra gli altri TechCrunch, che dalla compagnia si mostrano attenti all’accessibilità dei contenuti sulla piattaforma e a garantire una buona user experience anche a utenti con bisogni specifici.

Già lo scorso settembre, in occasione della Giornata mondiale del sordo, erano arrivati sticker e filtri in lingua dei segni2 di cui ora la nuova lente in ASL sembra una naturale evoluzione. A progettare su Snapchat ASL Alphabet Lens è stato, peraltro, un gruppo di dipendenti sordi e ipoudenti della compagnia – meglio noti tra lo stesso team come i “Deafengers” – a maggiore garanzia di una buona riuscita del progetto nell’insegnare la lingua dei segni, o almeno una base, sui social e tramite strumenti giocosi come un filtro in realtà aumentata.

Più in generale, filtri e lenti sembrano tra le feature su cui il social del fantasmino continua a investire di più, forse anche in virtù del fatto che fin dall’inizio e prima ancora che arrivassero i vari “emuli” di Snapchat con i loro video brevi ed effimeri filtri e lenti erano un tratto distintivo dell’esperienza utente all’interno della piattaforma e rispetto a quella sulle altre.

Snapchat ha oggi all’attivo, come specifica TechCrunch, un fondo dal valore di 3.5 miliardi di dollari riservato a content creator e sviluppatori che usino l’apposito Lens Studio per creare e rendere disponibili nuove lenti Snapchat originali, divertenti e capaci di ottimizzare la user experience, com’è appunto la nuova lente Snapchat in lingua dei segni americana.

Il risultato è stato, lo scorso anno, quello di 250mila creator di oltre 200 paesi che hanno dato vita a due milioni e mezzo di lenti diverse e visualizzate dal resto degli snapchatter oltre tre miliardi e mezzo di volte.

Note
  1. The Verge
  2. TechCrunch
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