Home / Macroambiente / Le relazioni al tempo del digitale, tra social media e dating app: alcuni termini da conoscere

Le relazioni al tempo del digitale, tra social media e dating app: alcuni termini da conoscere

Relazioni social media dating app

Breadcrumbing, benching, zombieing, orbiting; i termini da conoscere per spiegare relazioni, social media, dating app ed evitare "pericoli".

Passiamo più tempo offline o online, connessi ai dispositivi digitali? Secondo Luciano Floridi1 non ha più senso ragionare per dicotomie, poiché la vita oggigiorno è frutto di una continua interazione tra realtà “analogica” e vita in Rete, dunque una realtà onlife.

Come emerge dal report di gennaio 2022 di We Are Social, focalizzato sull’utilizzo di Internet e dei social network sites su scala globale, il tempo medio speso dagli utenti online giornalmente sarebbe di 6 ore e 58 minuti; di questi il 35% sarebbe occupato dall’utilizzo dei social media, con una media di 2 ore e 27 minuti giornalieri, mentre il tempo medio passato utilizzando lo smartphone sarebbe di 4 ore e 48 minuti al giorno.

L’utilizzo sempre più pervasivo e quotidiano dei dispositivi digitali e dei social media ha modificato il modo in cui interagiamo con gli altri e la percezione che abbiamo di noi stessi.

L’interazione online, nello specifico: può avvenire senza i requisiti della presenza fisica e della prossimità; permette di scegliere con un più alto grado di libertà quando connettersi e disconnettersi mettendo fine all’interazione (se davvero esiste un momento in cui si è disconnessi dalla realtà onlife); consente di avere un maggiore controllo sulle dinamiche dell’interazione, potendo rivedere ed eventualmente correggersi prima di inviare qualcosa.

Le relazioni al tempo del digitale

In virtù di questi fattori, a essere mutate sono anche le relazioni interpersonali e i modi in cui si comunica. Nell’ambito delle relazioni amorose ciò risulta particolarmente evidente; se è vero che da una parte esistono molti nuovi modi per connettersi con potenziali partner, dall’altra ne esistono altrettanti per “disconnettersi” o più propriamente far perdere le proprie tracce oppure apparire a intermittenza” senza il bisogno di essere presenti fisicamente.

È importante, inoltre, sottolineare l’impatto delle dating app sulle relazioni. Nel 2021 gli utilizzatori di app di incontri secondo alcuni dati sarebbero stati, a livello globale, oltre 323 milioni2. Per quanto riguarda invece alcuni dati su app di dating in Italia, il 28% degli italiani avrebbe utilizzato almeno una volta nella vita un’app di incontri3, stando ad alcuni studi, e quasi la metà delle donne e degli uomini frequenterebbe almeno due partner – conosciuti online – contemporaneamente.

Le app di dating, quindi, hanno indubbiamente avuto un impatto sulle relazioni sentimentali al tempo del digitale. Spesso, proprio per dipingere la trasformazione dei rapporti sentimentali nell’era contemporanea, si utilizza la metafora dell’amore liquido4 coniata dal noto sociologo polacco Zygmunt Bauman, anche se spesso abusata, e considerata tra le conseguenze della postmodernità. Il rapporto con il partner nella “modernità liquida”5, volendo operare una sintesi, viene mantenuto e alimentato fintanto che la sua presenza non diventa scomoda, ingombrante o troppo impegnativa.

L’avvento del digitale, poi, avrebbe accentuato ulteriormente alcune caratteristiche dell’individuo postmoderno o comunque contribuito ad accrescerle. È possibile menzionare, per esempio, l’accelerazione, il narcisismo, l’iperindividualismo, l’ambiguità (intesa come la presenza di identità cangianti, indefinite, che mutano a seconda del mezzo che viene usato per esprimere il sé), con il conseguente sviluppo spesso di relazioni effimere, intercambiabili e incentrate molto più su se stessi che sulla condivisione con l’altro.

Nella realtà onlife anche i rituali di corteggiamento sono sempre più mediati e passano per esempio per chat e messaggi, ma anche “like tattici”, reazioni alle storie, ecc., modellandosi in base alle affordance e alle caratteristiche delle piattaforme.

L’amore al tempo di Internet si è arricchito di nuove sfaccettature e comportamenti da interpretare, cosa che ha dato vita a un ricco vocabolario di termini sul mondo del dating.

Relazioni, social media, dating app e “pericoli”: alcuni termini da conoscere

Diversi sono i termini, nati negli ultimi anni, che descrivono il modo in cui gli individui si comportano durante una frequentazione. Ciò è sicuramente dovuto all’aumento della consapevolezza rispetto alla correlazione tra relazioni sentimentali e benessere (emotivo, psicologico, ecc.) dell’individuo (si pensi alla contrapposizione tra relazioni sane e relazioni tossiche).

Se un tempo il percorso di conoscenza seguiva un iter piuttosto lineare – appuntamenti, fidanzamento, matrimonio, figli – oggi lo scenario risulta decisamente più complesso. Al di là dei mutamenti che hanno interessato la società e del cambiamento culturale, il comportamento del partner è spesso difficile da decifrare – specialmente quando mediato – e la natura delle relazioni non sempre è chiara ed esplicita.

Da questo nasce l’esigenza di coniare dei vocaboli utili a destreggiarsi nella complessità del mondo del dating odierno e imparare a cogliere eventuali red flag. La maggioranza dei vocaboli nasce infatti con il fine di mettere in guardia da un certo tipo di comportamenti tossici o manipolatori che possono prendere forma durante l’interazione in Rete. Occorre precisare, però, che non in tutti i casi questi comportamenti vengono messi in atto consapevolmente – con la finalità di ferire e manipolare – ma spesso si agisce così per insicurezza o per scarso interesse, senza pensare all’effetto delle proprie azioni sull’altro. Nella propria vita può quindi capitare di ritrovarsi vittima di questi comportamenti, ma anche di metterli in atto in maniera inconsapevole.

Una scarsa educazione sentimentale conduce ad avere poca empatia nei confronti dell’altro (dalla parte dell’autore) e poco rispetto per le proprie emozioni (dalla parte della “vittima”), che spesso vengono ignorate, finendo così per tollerare modi di fare che nuocciono al benessere emotivo. Conoscere e ri-conoscere questi comportamenti quando si subiscono o quando li si mette in pratica è importante per imparare a costruire e a pretendere relazioni più mature, basate sulla sincerità e sul rispetto.

Ghosting

È possibile sintetizzare così un primo fenomeno: due persone si conoscono, parlano e iniziano a uscire; sembra stia andando tutto bene, quando improvvisamente  una delle due smette di rispondere e interrompe ogni contatto.

Questo fenomeno, ormai ampiamente conosciuto e riportato anche nel vocabolario Treccani6 e dall’Accademia della Crusca7 è definito ghosting. “Ghostare” significa smettere improvvisamente e senza apparenti ragioni di rispondere a messaggi, chiamate e richieste di spiegazioni. In alcuni casi si arriva persino a bloccare l’account altrui da tutte le piattaforme pur di rendersi irreperibile.

Il fenomeno si è diffuso nel XXI secolo, agevolato dalla possibilità offerta dai social media e dalle app di messaggistica di tagliare i contatti e sparire bruscamente senza doversi giustificare. Da uno studio condotto su un campione di persone tra i 18 e i 33 anni, emerge che circa l’80% ammette di essere stato ghostato almeno una volta8.

Zombieing

definizione di zombieing

Immagine realizzata da Inside Marketing

Alcune relazioni finiscono con il ghosting, ma accade che qualcuno precedentemente sparito possa tornare a farsi vivo, come se non fosse mai sparito, soprattutto attraverso lo smartphone e tipicamente attraverso nostalgici messaggi di testo.

Questo fenomeno ricade sotto il nome di zombieing e si riferisce all’atto di ripiombare nella vita di qualcuno dopo essere scomparsi senza nessuna spiegazione. Lo zombie torna all’attacco in modo languido, cerca di ristabilire un contatto con parole lusinghiere e seducenti, colpendo i punti deboli e sfruttando l’effetto nostalgia, con frasi a effetto come “mi manchi, stavamo bene insieme, sei sempre bellissimo/a”.

Con l’avanzamento tecnologico e l’onnipresenza resa possibile dai dispositivi digitali è tanto facile sparire quanto lo è ricontattare una persona inaspettatamente, ripescandola dalla lista contatti in un momento di noia, nostalgia passeggera o per ricevere attenzioni.

Lo “zombie” torna senza giustificarsi e senza alcuna traccia di pentimento; inoltre, dopo non molto tornerà nel silenzio, dissolvendosi come aveva già fatto in precedenza.

Orbiting

orbiting.insidemarketing.definizione di orbiting

Fonte: Hanna Farczyk per NYT

Attraverso i social network è diventato molto semplice inviare segnali d’interesse a una persona senza doversi esporre troppo. Like, commenti, visualizzazioni e reaction alle Stories sono tutti potenziali indicatori d’interesse ai quali però spesso viene attribuito un significato che può essere fuorviante.

L’orbiting si basa sull’invio di questi piccoli segnali senza mai giungere a forme di interazione concreta. L’orbiter è quella persona che non esiste (o smette di esistere) offline, ma continua a lasciare tracce di sé ovunque in Rete.

Le effimere attenzioni dell’orbiter hanno un effetto illusorio e rischiano di essere interpretate come indicatori di reale interesse; così, pur di vedere questa illusione confermata, si continuano a cercare ulteriori segnali tra le visualizzazioni alle Stories, like alle foto, ecc. In questo modo si fa il gioco dell’orbiter, il cui unico interesse è quello di rimanere nei pensieri della propria vittima con il minimo sforzo.

Breadcrumbing

Diverse relazioni odierne nascono sulle app di dating o comunque online. Molti primi approcci hanno luogo attraverso lo schermo e non è raro che queste relazioni si configurino da subito come ambigue; non iniziano e non finiscono mai davvero, rimangono sospese e non prendono una direzione definita.

Il breadcrumbing consiste nel disseminare briciole di attenzioni che hanno il fine di tenere una persona legata a sé pur senza impegnarsi in una relazione vera e propria. Ciò può accadere sia nel caso di una nuova conoscenza, sia quando un ex non vuole chiudere definitivamente.

Quando le dinamiche della relazione non sono chiare – e il breadcrumber non ha alcuna intenzione di chiarirle – lancia qualche briciola e spera che l’altro si accontenti. Chi fa breadcrumbing è abile nel trovare il modo giusto di tenere la vittima in attesa delle sue briciole attraverso comportamenti ambivalenti e subdoli: si fa sentire di tanto in tanto, invia vecchie foto insieme, arriva anche a sbilanciarsi con messaggi sdolcinati o organizza piccole sorprese e appuntamenti inaspettati. Tutto questo con il fine di alimentare la speranza che il rapporto possa progredire e che, prima o poi, seguendo le briciole si possa arrivare ad altro9.

Ai suoi gesti, però, non seguirà alcuna nessuna evoluzione del rapporto (o alcun ritorno di fiamma nel caso si tratti di un ex). Il breadcrumber continuerà a essere una presenza intermittente, che sparisce per poi ricomparire nei momenti di noia a spargere qualche briciola per prendersi le sue agognate attenzioni.

Benching

Il termine benching può essere tradotto in italiano con l’espressione mettere in panchina. Come chiarisce anche l’Urban Dictionary10, quando non si è sicuri di intraprendere una relazione ma non si vuole nemmeno chiudere del tutto – invece di prendere una decisione definitiva – si mette l’altro in attesa mentre si cerca di qualcosa di meglio.

Il benching si usa per mettere in stand-by una persona per poi eventualmente ripescarla dalle riserve. L’intento di chi fa benching è poter continuare a sfruttare solo i lati positivi della “relazione“, senza stress o impegno alcuno.

Similmente al breadcrumbing, il comportamento del bencher è ambiguo e discordante tra parole e azioni; invia molti messaggi per mantenere vivo l’interesse ma le uscite sono rare; cancella i piani all’ultimo minuto ed è restio a programmare gli appuntamenti in anticipo; sparisce e riappare come se niente fosse; è evasivo quando vengono fatte domande dirette sulla natura della relazione.

La differenza tra breadcrumbing e benching è che il primo ha il fine primario di tenere la vittima attaccata a sé per sentirsi desiderato; nel caso del benching, invece, la volontà principale è avere disposizione una rosa di persone tra cui scegliere.

Le interazioni in Rete sono perfette per mettere in atto questo tipo di comportamenti poiché non richiedono troppo sforzo per essere portate avanti.

Catfishing

catfishing cos'è

Fonte: medium.com

Il catfishing consiste nella creazione di un’identità fittizia online per intrattenere relazioni virtuali. Vengono utilizzate immagini di altre persone prese online e si inventano biografie e storie di vita per creare un profilo credibile. Questo profilo può poi essere utilizzato a scopo di lucro, per colpire una persona specifica o per colmare desideri e fantasie inappagate nella vita reale.

Il catfishing è potenzialmente un reato poiché molte persone sfruttano l’identità fittizia per mettere in piedi delle vere e proprie truffe, estorcendo denaro tramite la manipolazione emotiva o la minaccia. Il catfish può far leva sul coinvolgimento della vittima e chiedere di prestargli soldi per risolvere problemi completamente inventati oppure può minacciare di condividere foto e materiale confidenziale scambiato durante le numerose conversazioni online. Dai rapporti dell’FBI risulta che nel 2020, in USA, più di 23mila persone hanno riferito di essere state vittime di catfishing e le perdite economiche registrate superano i 600 milioni di dollari11.

Altre volte i motivi per i quali si creano profili falsi12 non hanno niente a che fare con l’intento di estorcere denaro; può essere per insicurezza, solitudine, curiosità di sperimentare preferenze sessuali differenti, vendetta contro qualcuno o voglia di navigare nel web e lasciare commenti senza essere riconducibili alla propria reale identità.

Il fenomeno è più diffuso di ciò che si potrebbe pensare: secondo una ricerca sei ragazzi su dieci hanno incontrato profili falsi nella propria vita e circa il 44% del campione intervistato ha utilizzato almeno una volta un profilo falso sui social13.
Il 27% del campione, inoltre, afferma di aver creato un profilo catfish per divertimento, il 14% per commentare e postare contenuti in anonimo, l’8% per timidezza, il 5% per far crescere l’ engagement sul proprio profilo reale e il 2% per fare l’hater in rete.

Kittenfishing

Il kittenfishing è la variante più “soft” del catfishing: in questo caso non si tratta di una vera e propria truffa con furto d’identità, ma di una rappresentazione adulterata di sé che è comunque ingannevole. Chi fa kittenfishing pubblica foto di diversi anni prima o stravolge il proprio aspetto utilizzando filtri e app apposite e racconta piccole o grandi bugie per offrire alla vittima una versione idealizzata di sé.

Note
  1. Floridi L. (ed.) (2015), The onlife manifesto: being human in a hyperconnected era, London, Springer
  2. cloudwards.net
  3. it.yougov.com
  4. Bauman Z. (2006), Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi , Roma-Bari, Laterza
  5. Bauman Z. (2011), Modernità liquida, Roma-Bari, Laterza
  6. Treccani
  7. Accademia della Crusca
  8. Plenty Of Fish
  9. insider.com
  10. Urban Dictionary
  11. Morning Consult
  12. cybersmile.org
  13. Giffoni Innovation Hub e Kaspersky

© RIPRODUZIONE RISERVATA È vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

Resta aggiornato!

Iscriviti gratuitamente per essere informato su notizie e offerte esclusive su corsi, eventi, libri e strumenti di marketing.

loading
MOSTRA ALTRI