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Mobilità sostenibile: Eni punta su app e tecnologie innovative

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In linea con gli obiettivi definiti nell’Agenda 2030, Eni istituisce la funzione Sustainable B2B puntando al connubio tra innovazione e sostenibilità attraverso la decarbonizzazione di tutti i settori entro il 2050.

Sono tante le aziende che si stanno schierando al fianco del processo di decarbonizzazione: tra queste, Eni vuole porsi come leader della transizione energetica e contribuire alla decarbonizzazione di tutti i settori. Per rendere possibile il raggiungimento di tale obiettivo, l’azienda ha già avviato un approccio olistico e tecnologicamente neutro, capace di valorizzare l’esperienza maturata, le attività di ricerca e sviluppo finora portate avanti e una rete di collaborazioni che alimentano un ecosistema virtuoso, partendo dalle esigenze dei partner e costruendo soluzioni ad hoc.

In riferimento agli obiettivi che l’Unione Europea si è data, in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’Accordo di Parigi sul clima, Eni prevede il raggiungimento della neutralità carbonica al 2050; un obiettivo non facile da raggiungere, ma per salvare il Pianeta, ormai, occorre agire subito e intraprendere azioni concrete nel più breve tempo possibile.

La necessità di coniugare innovazione e sostenibilità ha portato Eni a istituire la funzione Sustainable B2B, all’interno della Direzione Generale Energy Evolution. La missione della nuova unità è quella di scaricare a terra il grande potenziale tecnologico e commerciale di cui la società si è dotata.
Lo scopo di Sustainable B2B è di realizzare il processo di transizione energetica mettendo a fattor comune l’offerta delle linee di business Eni attraverso un’interlocuzione unica al mercato: si parte dalle esigenze dei partner, si analizzano le dimensioni emissive e poi si costruiscono insieme curve per raggiungere il Net zero con soluzioni che ottimizzano i costi e l’allocazione delle risorse disponibili.

Per far sì che l’impegno preso si traduca in concreto rispetto alla decarbonizzazione, Eni sta provvedendo allo sviluppo di un portafoglio di servizi in grado di contribuire a rendere la mobilità cittadina sempre più sostenibile.

Enjoy: il car sharing di Eni diventa anche elettrico

Con il servizio di car sharing di Enjoy – a oggi attivo in cinque città quali Roma, Milano, Bologna, Firenze e Torino – Eni è in grado di contribuire al miglioramento della mobilità urbana.

Inoltre, da maggio 2022, il parco auto Enjoy è stato ampliato del segmento full electric, poiché, ad affiancare le iconiche Fiat 500, ci sono le XEV YOYO. Le innovative city car, oltre a rispecchiare gli obiettivi di decarbonizzazione, sono la prova tangibile dello spirito innovativo di Eni: infatti, oltre ad essere 100% elettriche, possono essere ricaricate, in aggiunta alla classica modalità del plug in, anche con il sistema di battery swapping.

Enjoy, tra l’altro, si pone come un servizio che guarda al futuro: un servizio smart, perfetto anche per le nuove generazioni, gestibile interamente attraverso l’app dedicata. Una soluzione ideale per chi necessita di un’auto ma vuole contribuire, nel proprio piccolo, a fare la differenza in tema di sostenibilità ambientale senza rinunciare per questo motivo alla comodità e alla libertà di movimento.

Eni Live Station: una rete sempre più ampia ed innovativa

Nell’ambito della mobilità sostenibile non si possono trascurare le 5.500 Eni Live Station, che si stanno trasformando in veri e propri “mobility hub” ricchi di servizi di ultima generazione. Infatti, in esse ci si reca non solo per fare rifornimento, ma anche per usufruire di servizi che facilitano gli spostamenti e agevolano la sostenibilità ambientale, come, per esempio, la ricarica della propria auto elettrica tramite i 13.500 punti di ricarica Plenitude + Be Charge, sparsi in tutta Europa.

La produzione di biocarburanti per una mobilità sostenibile

Per incentivare e promuovere la decarbonizzazione e la mobilità sostenibile, Eni è impegnata da diversi anni anche sul fronte della produzione di biocarburanti e prodotti di origine biogenica, ottenuti da scarti e rifiuti o da materie prime vegetali non in competizione con la filiera alimentare. Tra questi, l’esempio di maggiore rilievo è l’HVOlution, un biocarburante di tipologia HVO (hydrotreated vegetable oil), un prodotto di componente totalmente biogenica utilizzabile anche puro al 100%.

Inoltre, per la produzione di biocarburanti, la società energetica si è dotata di un modello di sviluppo imperniato sull’integrazione verticale lungo la catena del valore, come nel caso della produzione degli agri-feedstock e il collettamento dei waste & residue in Africa.

Tale modello consente anche di costruire partnership di lungo termine con le comunità locali, garantendo nello stesso tempo la protezione della biodiversità.

Eni e l’idrogeno

Eni, inoltre, è un importante produttore e utilizzatore di idrogeno in Italia e considera questo vettore leva fondamentale per il processo di decarbonizzazione.

Oggi l’idrogeno viene utilizzato sia nei processi di settori industriali, come quello chimico e della raffinazione, sia in settore di difficile elettrificazione, come quello di acciaierie, cartiere e industrie di produzione della ceramica e del vetro (i cosiddetti “hard to abate”). Un esempio dell’impegno di Eni nell’utilizzo dell’idrogeno si può trovare a Mestre (Venezia), dove Eni ha aperto la prima stazione per il rifornimento delle vetture a idrogeno, e a questa si aggiungerà a breve una seconda a San Donato Milanese.

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