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Una proposta di legge per tutelare i bambini italiani dallo sharenting

sharenting

Spesso sono i genitori a esporre eccessivamente i bambini in Rete con continue condivisioni di foto, video, informazioni. Da Alleanza Verdi – Sinistra arriva, così, una proposta di legge contro lo sharenting.

Alleanza Verdi – Sinistra ha depositato alla Camera una proposta di legge che, una volta compiuto per intero l’apposito iter, potrebbe dotare l’Italia di una legge contro lo sharenting simile a quella già in vigore in Francia e, più in generale, aumentare la sicurezza dei bambini in Rete.

Perché c’è bisogno di una legge contro lo sharenting

Tre sono gli articoli presentati nel documento (“Disposizioni in materia di diritto all’immagine dei minorenni”) a firma degli onorevoli Angelo Bonelli, Luana Zanella, Elisabetta Piccolotti e Nicola Fratoianni : ciascuno affronta da differenti prospettive – consensuale, economico-commerciale e legata alla privacy – il problema della sovraesposizione in Rete dei minori da parte dei genitori.

Fenomeno ben studiato anche e soprattutto nei rischi a cui espone i bambini, lo sharenting si nutre infatti di foto e video dei minori condivise in Rete da genitori fieri di mostrare i progressi dei propri figli o divertiti dalle loro marachelle e inconsapevoli – o, nei casi peggiori, incuranti – di esporli in questo modo a una serie di pericoli che vanno dal cyberbullismo al grooming , passando per la pedopornografia.

Le numerose campagne di sensibilizzazione condotte in questi anni da soggetti istituzionali e privati (tra gli ultimi c’è stata anche Deutsche Telekom) non sembrano essere servite a molto.

Non è stato di aiuto neppure il fatto che celebrity del calibro degli (ex) Ferragnez e più comuni mamme e papà influencer abbiano costruito business solidi sulla condivisione in Rete delle immagini dei figli.

Sono dei dati citati all’interno della stessa proposta di legge contro lo sharenting di AVS a confermare che i contenuti che raffigurano o hanno come protagonisti i bambini garantiscono un engagement tre volte superiore agli altri.

Cosa prevede la proposta di legge di Alleanza Verdi Sinistra

Il primo articolo della proposta di legge sullo sharenting depositata alla camera così, sebbene non vieti ai genitori di condividere in Rete foto o video dei propri figli, anche eventualmente a scopo commerciale, obbliga gli stessi a presentare una dichiarazione scritta all’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Tale dichiarazione dovrà essere necessariamente firmata da entrambi i genitori (o da chi ne fa le veci).

Il secondo articolo affronta più direttamente la questione dello sfruttamento commerciale dell’immagine dei minori. Lo fa prevedendo che eventuali proventi dalla monetizzazione di foto, video e altri contenuti con protagonisti i figli condivisi sui social vengano depositati in un apposito conto bancario intestato al minore a cui l’ultimo avrà accesso al compimento dei 18 anni di età. Prima di allora per tutelare gli interessi finanziari del minore e, in particolare, quelli dei baby influencer – il modello a cui si è ispirata Alleanza Verdi – Sinistra è, ancora, quello della norma francese su influencer marketing e minori – il conto sarà inaccessibile, tranne che per situazioni di grave emergenza e comunque solo dopo autorizzazione dell’autorità giudiziaria.

Il focus sul diritto alla privacy dei minori

Il terzo articolo della proposta di legge di AVS affronta, infine, la questione della privacy dei minori.

Tra i numeri più citati a proposito ci sono quelli secondo cui entro il quinto anno di età di ogni bambino sono state condivise in Rete oggi in media millecinquecento foto.

C’è da chiedersi, perciò, come i giovanissimi della generazione alpha interpreteranno il concetto di privacy.

Non è detto che, come viene più semplice immaginare, i bambini di oggi da grandi saranno meno attenti alla riservatezza dei proprio dati personali, a mantenere il riserbo sulla propria sfera privata e al sicuro la propria immagine.

Al contrario, come hanno fatto notare da BeUnsocial, le generazioni future potrebbero essere ancora più preoccupate e gelose della propria privacy per aver subito fin dalla nascita una tale esposizione in Rete da parte di genitori, parenti e altri adulti responsabili.

È quello di cui sono la prova già adesso le numerose cause intentate dai figli contro i genitori vip per aver condiviso senza consenso in Rete i più disparati dettagli sulla propria infanzia.

Anche per evitare tale exploit di procedimenti giudiziari, la proposta di legge contro lo sharenting presentata alla Camera prevede che al compimento del quattordicesimo anno di età i ragazzi possano chiedere a piattaforme e servizi digitali la rimozione di tutti i contenuti che li riguardano pubblicati in precedenza, in una speciale applicazione del diritto all’oblio.


Le piattaforme digitali e i loro gestori avranno, nel disposto della nuova proposta di legge, un ruolo centrale nel sensibilizzare genitori, parenti e altri adulti responsabili sui rischi legati alla diffusione indebita di dati e informazioni sui minori e, più in generale, a un uso della Rete e degli strumenti digitale più conforme a necessità e bisogni dei bambini.

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