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Kinsey Wolanski, l'invasione di campo durante la finale di Champions e un'operazione di marketing (quasi) perfetta

Kinsey Wolanski: l'invasione di campo era marketing?

Se lo sono chiesti in molti è la risposta è "sì": l'invasione di campo di Kinsey Wolanski durante la finale di Champions 2019 è stata marketing.

Chi è Kinsey Wolanski e perché ha deciso di interrompere la finale di Champions League 2019?

Le invasioni di campo non sono certo una novità, specie durante match decisivi e con un forte seguito mediatico. Più che una qualche forma di protesta o di rivendicazione politico-sociale, però, quella che sabato (1 giugno 2019) ha interrotto al diciottesimo minuto Tottenham-Liverpool è apparsa subito come una (ben riuscita) operazione di marketing. Una macro influencer con un passato da volto di copertina per Sport Illustred e Maxim, una presenza digitale ben solida e un nuovo brand di contenuti softcore sono gli ingredienti che bastano, infatti, per trasformare uno dei momenti più attesi del calcio internazionale in un’occasione per fare marketing – è proprio il caso di dirlo – non convenzionale.

Come Kinsey Wolanski ha trasformato un’invasione di campo in un’opportunità di marketing

Prima di essere allontana dal campo – ed essere tratta in arresto per cinque ore – Kinsey Wolanski ha avuto il tempo di distrarre giocatori e pubblico dentro e fuori il Wanda Metropolitano con uno striminzito costume targato Vitaly Uncensored. Ai più attenti è bastato fare un giro tra i profili social della modella per accorgersi che si trattava proprio di un nuovo progetto, una piattaforma di contenuti espliciti e per adulti linkata in ogni dove, ideato dal compagno e a cui fare pubblicità. Il tassello chiave di questa operazione markettara, del resto, è proprio lui: Vitaly Zdorovetskiy. Youtuber russo, non nuovo alle invasioni di campo (durante la finale dei Mondiali 2014 aveva già interrotto Germania Argentina sull’1-0), non solo ha incitato dagli spalti la Wolanski e promesso di sposarla una volta che le acque si saranno calmate, ma sembra soprattutto aver pensato a ogni dettaglio di un funnel di marketing perfetto – o quasi – per un prodotto difficile da comunicare come lo sono stati fin qui video espliciti e per adulti.

Se anche un gigante come YouP0rn annaspa, tanto da doversi rivolgere a un influencer virtuale come ambassador del brand, il product placement di Vitaly Uncensored sembra particolarmente riuscito se si considera, tra le altre cose, che il target tipo di una competizione sportiva – maschio, etero, maggiorenne – non è così diverso dal target anch’esso tipo di una piattaforma di contenuti softcore. Se a tutto questo si aggiunge l’effetto sorpresa, la memorabilità di un gesto come un’invasione di campo e il buzz che ne è seguito il gioco è fatto. Chi ha provato a calcolare il valore, in termini di investimenti pubblicitari tradizionali corrispondenti, del gesto di Kinsey Wolanski del resto lo avrebbe fissato a quasi 4milioni di dollari.

L’invasione di campo di Kinsey Wolanski è una cartina al tornasole del mondo degli influencer?

Ci sono altri numeri, però, che non possono che far riflettere in un caso come questo. Da poco meno di 300mila follower , in poche ore, il profilo Instagram di Kinsey Wolanski è passato a oltre due milioni di seguaci. Certo, come ha raccontato la stessa influencer su Twitter, non è passato molto perché il profilo risultasse non più disponibile pubblicamente, forse perché hackerato o più probabilmente perché bloccato come diretta conseguenza del gesto e per inibire comportamenti simili da parte di altri utenti.

Non è questo, però, che sembra importare davvero alla ragazza (che, tra l’altro, ha già un nuovo profilo Instagram, da oltre 15mila follower nonostante risulti privato). In un video che ha fatto in tempo a condividere con i propri follower prima che l’account fosse chiuso, come racconta The Advertiser, la Wolanski ha condiviso i dettagli di quella «pazza sera», raccontando come si fosse sentita eccitata da ciò che stava facendo, ringraziando tutti per il supporto ricevuto e incitando i fan a uscire fuori dalla propria comfort zone per godere pienamente dei piaceri della vita, non dopo aver offerto – marketing nel marketing – mille poster autografati per i più affezionati.

Non è la prima volta che influencer e piccole star del web mettono a rischio la propria vita, la propria incolumità e quella di altre persone o che trasgrediscono la legge per un pugno di follower e qualche visualizzazione in più. Proprio mentre Kinsey Wolanski invadeva il campo della finale di Champions League 2019, per esempio, uno youtuber veniva accusato di aver offerto – pare – un Oreo ripieno di dentifricio a un homeless, anche in questo caso con un chiacchiericcio e un rimbalzo da medium in medium che aumentavano esponenzialmente esposizione e visibilità. La morale è chiara, se proprio deve essercene una. Non solo, per quanto abusata sia, la nota profezia di un futuro in cui a muovere il mondo sarebbero stati i quindici minuti di notorietà si è già realizzata, seppure i quindici minuti si siano persino ridotti ai quindici secondi di una Storia su Instagram. Soprattutto però servono regole, e non solo per la trasparenza e la tutela del consumatore da queste nuove forme pubblicitarie, ma che individuino in primis responsabilità e codici di condotta per questi nuovi professionisti del web.

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