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Stakeholder model freeman

Definizione di Stakeholder model freeman

stakeholder model di Freeman

Credits Lo stakeholder model di Freeman del 1984 Fonte: Donaldson T., Preston L.E. (1995), The stakeholder theory of the corporation: concepts, evidence, and implications, in «Academy of Management Review», 20(1), pp. 65-91.
Lo stakeholder model di Freeman considera l'impresa come un'entità organizzativa attraverso la quale numerosi e diversi partecipanti realizzano scopi molteplici e non sempre del tutto congruenti.

Nel corso degli anni l’apporto teorico allo stakeholder management ha generato vari modelli sempre più evoluti che cercavano di sottolineare aspetti differenti oltre ad adeguare la teoria al nuovo contesto in cui le aziende si trovavano a operare.

Un articolo fondamentale per la discussione della stakeholder theory, “The stakeholder theory of the corporation: concepts, evidence, and implications“, risale al 1995 ed è stato scritto da Donaldson e Preston1 che paragonano lo stakeholder model del 1984 di Freeman al modello di input e output noto come esempio di tipica economia liberale.

modello input e output

Il modello manageriale input e output prima della teoria degli stakeholder.

Lo stakeholder model di Freeman: che cos’è

Con la creazione dello stakeholder model nel 1984 Freeman ha sostenuto la mutualità delle relazioni con gli stakeholder e soprattutto ha allargato il modello anche ad altri attori come governi, gruppi politici, comunità e associazioni di categoria.

Donaldson e Preston definiscono nell’articolo la visione che la teoria degli stakeholder ha dell’impresa: «it views the corporation as an organizational entity through which numerous and diverse participants accomplish multiple, and not always entirely congruent, purposes».

stakeholder model di Freeman

Lo stakeholder model di Freeman del 1984.

I principali stakeholder presenti nel modello di Freeman

Freeman, nel 1984, ha individuato otto stakeholder principali che operano intorno a un’azienda e sono:

  • governi;
  • investitori;
  • gruppi politici;
  • consumatori;
  • community;
  • dipendenti;
  • associazioni di commercio;
  • fornitori.

Ogni stakeholder presentato nel modello fa parte di realtà diverse a livello macroscopico e societario. Per esempio, i governi hanno un ruolo regolatore molto importante e partecipano indirettamente alle pratiche aziendali. Le community, d’altro canto, possono essere importanti nel momento in cui temi sociali e politici vengono toccati da un’azienda ed essa deve entrare in conversazione con vari pubblici in un contesto di issue management. Dipendenti e fornitori, invece, hanno un ruolo decisamente più diretto nei confronti dell’azienda, con una relazione quotidiana di mutuo interesse nella sopravvivenza dell’impresa.

Le relazioni identificate da Freeman, a differenza del modello input-output precedentemente utilizzato come riferimento nel management strategico, sono bidirezionali. Questo è il maggior sviluppo che lo studio di Freeman ha portato alla luce nei confronti del management aziendale.

Questo significa che viene riconosciuta una maggiore complessità al contesto in cui l’azienda si trova a operare; gli stakeholder, però, potrebbero avere scopi non allineati né tra loro, né completamente con l’impresa. Questo cambiamento chiave porta all’affermazione di una nuova linea di pensiero che verrà ulteriormente approfondita nel 2003 da Freeman stesso con l’adapted stakeholder model, che ha il merito di posizionare su livelli differenti i vari stakeholder presenti intorno all’azienda.

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Note
  1. Donaldson T., Preston L.E. (1995), The stakeholder theory of the corporation: concepts, evidence, and implications, in «Academy of Management Review», 20(1), pp. 65-91.

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