Home / Glossario / Cyberstalking

Cyberstalking

Definizione di Cyberstalking

cyberstalking: definizione Il Cyberstalking consiste nell'utilizzo di Internet e altri mezzi elettronici per perseguitare, molestare, intimidire e/o tracciare l'attività online e persino gli spostamenti di qualcuno, in maniera reiterata e persistente, esercitando così un certo tipo di controllo o di influenza sulla vittima.

DEFINIZIONE DI cyberstalking: in cosa consiste E QUALI sono le vittime?

Il cyberstalking è una tipologia di stalking realizzata con il ricorso a strumenti o canali virtuali, come possono essere le piattaforme di messaggistica quali WhatsApp o Telegram, i social network , l’email, gli SMS ma anche dei tool – non legali – relativi per esempio al tracciamento delle attività online di altri utenti. A questo proposito, nel rapporto “Violenza virtuale contro le donne e le ragazze“, l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere presenta il cyberstalking come un insieme di «comportamenti persecutori perpetrati attraverso mezzi informatici» che avvengono ripetutamente e che vengono «perpetrati dalla stessa persona».

Comportamenti e interazioni intrusive dei cyberstalker nei confronti delle vittime possono essere molto vari: si va dai pedinamenti alle molestie, passando per minacce e altre azioni che mirano a ottenere un certo tipo di controllo o di influenza sugli individui. Questo genere di pratica può prevedere anche forme di sorveglianza della vittima e di tracciamento ossessivo della sua attività online; monitoraggio di dati personali e privati e il relativo uso a scopo di minaccia e di intimidazione; pubblicazione in Rete di commenti e/o di post offensivi che riguardano la vittima; invio di diversi messaggi nel corso della giornata, che causano stati d’ansia, paura e preoccupazione continui. Talvolta, oltre all’interazione diretta con la vittima, gli aggressori tendono a contattare parenti, amici o colleghi della stessa, aumentando nei soggetti colpiti la sensazione di disagio, di invasione nel privato e di perdita di controllo. Comportamenti di questo tipo, che si verificano in spazi virtuali, possono essere – e spesso lo sono – accompagnati da atti persecutori in spazi o contesti offline, abitualmente frequentati dalle vittime. Oltre alle conseguenze di tipo psicologico, il cyberstalking può portare a cambiamenti, forzati, delle abitudini dei soggetti che, sentendosi in qualche modo minacciati e/o sorvegliati, cercano di proteggersi o di evitare eventuali occasioni di contatto.

Un’indagine condotta dal Pew Research Center ha messo in evidenza come, in linea di massima, le donne giovani siano più esposte allo stalking online rispetto agli uomini; tuttavia, qualsiasi persona può essere una potenziale vittima. Alcune fonti distinguono il cyberstalking dal cyberbullismo in base all’età dei soggetti coinvolti: il dizionario Merriam-Webster, per esempio, riporta che «cyberbullying e cyberstalking vengono usati per lo stesso tipo di comunicazioni, ma “cyberbullying” è il termine di solito utilizzato quando sono coinvolti dei minori». Tuttavia, se con cyberbullismo si fa riferimento, in senso più ampio, a differenti forme di molestie, reiterate, che si registrano online, il cyberstalking può essere considerato come una particolare forma di cyberbullismo (questa tesi visione sostenuta, per esempio, dal Cyberbullying Research Center).

Il documento dell’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere mette in evidenza il pericolo che deriverebbe dalla separazione netta tra forme di violenza e molestie “virtuali” e «violenza del mondo reale», facendo notare che «il cyberstalking perpetrato da un partner o da un ex partner segue gli stessi modelli dello stalking offline ed è quindi una violenza da parte di un partner intimo, semplicemente facilitata dalla tecnologia».

Chi sono gli agGressori (cyberstalker) e quali strumenti utilizzano?

Secondo una ricerca condotta nel 2017 dall’Eurispes, l’87,5% dei giovani italiani sarebbe stato vittima di cyberstalking. Gli aggressori, secondo lo stesso studio, sarebbero individui che la vittima conosce e in alcuni casi con chi ha avuto qualche tipo di rapporto di tipo affettivo (un ex partner, per esempio); in altri casi sarebbero sconosciuti (si pensi a episodi di cyberstalking che coinvolgono celebrità, in cui la vittima può non aver mai incontrato l’aggressore di persona). Gli aggressori possono fare uso di differenti strumenti e canali digitali per cercare di interagire e anche spaventare le vittime, che hanno così la sensazione di essere continuamente monitorate. Per questo vengono spesso utilizzati degli strumenti più sofisticati come gli “stalkerware”, ossia «software in commercio usati per spiare un’altra persona attraverso il suo dispositivo, senza il suo consenso», stando a quanto affermato in un video di Coalition Against Stalkerware, una coalizione impegnata a combattere in modo particolare la violenza domestica. Questi software consentono di accedere da remoto allo smartphone delle vittime, controllandone messaggi, email, foto e video, cronologia del browser, attività sui social e i vari dati presenti nel dispositivo, compresi gli spostamenti tracciati dal GPS, il tutto senza che il proprietario del dispositivo ne sia a conoscenza. Coalition Against Stalkerware sottolinea così i pericoli derivanti da questi software che, permettendo di sorvegliare per esempio il proprio partner, potrebbero «facilitare […] la violenza di genere e la violenza domestica, le molestie e gli abusi sessuali».

Cosa sono gli stalkerware?
Cosa sono gli stalkerware?

CYBERSTALKING: L’Inquadramento giuridico

In Italia il cyberstalking ricade nella fattispecie disciplinata dall’art. 612-bis c.p. che regolamenta il delitto di stalking. L’articolo in questione punisce con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi «chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita». Con riferimento specifico al cyberstalking viene in rilievo l’aggravante prevista dal secondo comma che contempla un aumento della pena allorché «il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici». La Corte di Cassazione, con la sentenza 28 gennaio 2019, n.3989, ha ritenuto che l’uso di WhatsApp integri la fattispecie aggravata in questione.

Come proteggersi dal cyberstalking: ALCUNI CONSIGLI

Quali sono i modi per tentare di proteggersi al meglio dal cyberstalking? In un articolo sul tema, l’azienda di sicurezza informatica Kaspersky ha fornito alcuni consigli utili: tra questi è possibile menzionare l’innalzamento del livello di privacy sui social network (per quel che riguarda, per esempio, il pubblico dei propri post) e dei dati personali online. Secondo l’azienda sarebbe necessario, poi, prestare attenzione alle reti Wi-Fi pubbliche, che possono facilmente essere sfruttate dagli hacker per accedere più facilmente ai dati personali presenti sui dispositivi connessi. Ugualmente importante sarebbe inserire password di accesso ai propri smartphone e computer, evitando così che si possano installare spyware o stalkerware. L’installazione di software in grado di rilevare la presenza di programmi malevoli installati sul dispositivo risulta comunque fondamentale per evitare pericoli di questo tipo.

È inoltre possibile prendere ulteriori precauzioni circa l’eventuale presenza di stalkerware nei propri dispositivi ed evitare il tracciamento delle proprie attività online secondo Coalition Against Stalkerware: sarebbe opportuno verificare quali applicazioni richiedono molti permessi di accesso (per esempio alla fotocamera, al GPS, ecc.) e assicurarsi di conoscerle tutte nel dettaglio. Come spiegato nel video della coalizione, generalmente gli stalkerware utilizzano molta batteria per riuscire a fornire i dati a chi monitora in maniera illegale lo smartphone.

Poiché il cyberstalking può provocare danni di tipo psicologico per la vittima e potrebbe anche sfociare in situazioni di violenza fisica è fondamentale che le persone coinvolte denuncino i reati di stalking virtuale cercando di tenere traccia delle azioni commesse dall’aggressore (facendo screenshot di conversazioni, commenti o altri materiali che possano dimostrare l’accaduto).

© RIPRODUZIONE RISERVATA È vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

Cerca nel Glossario
Resta aggiornato!

Iscriviti gratuitamente per essere informato su notizie e offerte esclusive su corsi, eventi, libri e strumenti di marketing.

loading
MOSTRA ALTRI