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Viviamo una dipendenza dalla carica della batteria dello smartphone e, sì, incide sulla nostra vita sociale e psichica

Dipendenza dalla carica della batteria: esiste davvero?

Così saremmo vittime di una sorta di dipendenza dalla carica della batteria dello smartphone che ci fa cambiare percorsi e appuntamenti.

Quando diciamo di dipendere dallo smartphone stiamo dicendo, in realtà, di avere una dipendenza dalla carica della batteria dello smartphone del nostro cellulare: è questa l’ipotesi di un recente studio inglese su digital wellbeing e abitudini tech.

Pubblicata ad agosto su “Marketing Theory” e realizzata su un campione di pendolari londinesi, la ricerca avrebbe dimostrato infatti che avere il cellulare scarico crea nella maggior parte delle persone un senso di ansia e spaesamento e, soprattutto, può indurre a cambiare i propri piani per la giornata e, considerando un orizzonte temporale maggiore, persino le proprie abitudini.

Cos’è e come funziona la dipendenza daLLA carica della batteria dello smartphone

La dipendenza dalla carica della batteria dello smartphone, del resto, può manifestarsi come l’istinto a controllare spasmodicamente l’icona corrispondente sullo schermo, a cercare immediatamente e ovunque ci si trovi una presa non appena si riceve la notifica che il telefono è quasi scarico, a cambiare percorso per raggiungere quanto prima il punto di ricarica più vicino quando si è fuori o ad attivare la modalità risparmio energetico pur di non restare senza.

Durante le interviste, i partecipanti allo studio avrebbero raccontato di esperienze personali particolarmente significative: c’è chi è salito su una metro in direzione opposta rispetto a quella in cui sarebbe dovuto andare, solo perché più vicino in questo modo a un grande magazzino dove poter ricaricare lo smartphone; chi ha deciso di annullare impegni e appuntamenti per poter tornare a casa prima e mettere sotto carica il telefono; chi ha scelto il luogo in cui incontrarsi con gli amici non tanto in base a quanto fosse gradevole o adatto ai propri interessi quanto perché raggiungibile prima che il telefono si spegnesse; chi, arrivato finalmente a destinazione, ha cercato prima di ogni cosa una presa elettrica prima ancora di salutare amici e parenti che lo stavano aspettando.

Certo la validità di questo studio sulla dipendenza dalla carica della batteria del telefonino potrebbe essere estendibile solo alle grandi città e ai loro abitanti; grandi città che, del resto, sono state profondamente modificate persino nell’architettura dal fatto che nessuno può più fare a meno, in nessun momento, di smartphone e simili. In un piccolo centro non è un mistero che sia i ritmi, sia gli stili di vita siano notevolmente diversi.

L’obbligo sociale a essere reperibili e come le compagnie del tech lo sfruttano

Dalla Cass Business School, tra l’altro, hanno fatto notare notare come mantenere il cellulare carico sia diventato nel tempo una sorta di obbligo sociale, dal momento che diversi aspetti della nostra vita quotidiana dipendono letteralmente dalla possibilità di accedere a un dispositivo mobile e dotato di connessione: basti pensare a quanto difficile sia disdire un appuntamento con un amico a causa di un imprevisto senza usare WhatsApp o altra messaggistica istantanea o a quanto comodo risulti l’home banking e la possibilità di controllare a distanza dallo smartphone la propria smart home.

Le aziende produttrici, così, non sembrano solo consapevoli di questa dipendenza dalla carica della batteria dello smartphone ma anche, e forse soprattutto, desiderose di incentivarla il più possibile. Per questo investono in tecnologia e hardware capaci di garantirne la più lunga durata possibile o rendono sempre più visibile e dettagliata sugli schermi l’icona che mostra progressivamente il consumo di batteria e, ancora, fanno in modo che l’utente riceva sempre prima la notifica che lo invita ad attaccare il caricabatteria (è davvero necessario farlo, però, quando questa è al 15%?, ndr).

Così la paura che il telefono si scarichi incide sulla nostra personalità

Il livello di batteria dello smartphone è, insomma, una sorta «di orologio, di countdown per il futuro», commentano i ricercatori. Tanto che svegliarsi la mattina e trovarlo al 100% può portare ad affrontare con più tranquillità e più carica – è proprio il caso di dirlo – un’intera giornata fuori, mentre trovarlo solo a metà induce una sorta di smania e la necessità di trovare una soluzione limitando almeno applicazioni e processi in stand-by,  per restare a comportamenti esplicitati dai partecipanti durante lo studio.

Uno degli insight più interessanti riguarda, infine, come la reazione di ciascuno davanti a una spia rossa che indica che il telefono sta per spegnersi o lo farà a breve contribuisca a definire vari tipi di personalità. Chi fa in modo che la batteria del proprio smartphone sia sempre a un buon livello non avrebbe difficoltà, infatti, ad autodefinirsi come «calcolatore», «ossessionato dal controllo» o «pignolo»; al contrario invece lascia scaricare completamente il telefono è tipico di chi ammette di essere «poco organizzato».

 

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