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Ci sono nuove limitazioni all'uso di Twitter (e gli utenti cercano già alternative gratuite)

novità twitter

Elon Musk ha imposto limitazioni al numero di tweet visualizzabili ogni giorno dagli utenti non verificati. Un'ipotesi è che servano a rimpolpare le casse della compagnia: ciò spiegherebbe il fiorire di alternative a Twitter.

Inizialmente sembrava uno dei soliti down a cui gli utenti social – ma non quelli del social dei cinguettii –  sono abituati. Questa volta, però, non si poteva correre su Twitter a controllare se anche altri avessero problemi ad aggiornare i feed o a pubblicare nuovi post perché, sabato 1 luglio 2023, era proprio il social dei cinguettii a presentare errori e malfunzionamenti. Da allora la situazione è solo in parte rientrata e, in mancanza di spiegazioni ufficiali, è difficile capire cosa stia succedendo a Twitter.

Elon Musk ha limitato il numero di tweet visualizzabili ogni giorno (e negato la possibilità di visualizzarli a chi non è iscritto a Twitter)

Tutto è iniziato in realtà il giorno prima – venerdì 30 giugno – quando per la prima volta nella storia di Twitter è diventato impossibile visualizzare i tweet senza essere loggati e, cioè, per chi non fosse iscritto alla piattaforma. Elon Musk l’ha definita una «misura temporanea e d’emergenza»1, ma la limitazione è al momento – martedì 4 luglio – ancora attiva e non si sa se e quando verrà revocata.

schermata login twitter luglio 2023

Fino a martedì 4 luglio 2023 è stato impossibile visualizzare i tweet senza essere iscritti o senza prima essersi loggati a Twitter.

Subito dopo è arrivata un’altra limitazione: al numero massimo di tweet visualizzabili anche da loggati. Ad annunciarla, seppure in ritardo e dopo che numerosi utenti si erano accorti da soli che qualcosa non andava, lo stesso patron di Twitter che aveva sottolineato, ancora una volta in un cinguettio, la natura solo «temporanea» della cosa.

Screenshot da Twitter Profilo Elon Musk

Screenshot da Twitter Profilo Elon Musk

Inizialmente – sabato 1 luglio alle ore 19.00 italiane – era stato annunciato che gli account Twitter verificati potevano visualizzare al massimo 6000 tweet al giorno, quelli non verificati 600 e quelli creati da poco 300. In un secondo momento il limite era stato ampliato a 8000 tweet al giorno per i profili dotati di spunta blu, 800 per i profili non verificati ma di vecchia data e 400 per quelli di recente creazione. Più tardi era stato esteso ulteriormente a rispettivamente 10.000, 1.000 e 500 tweet al giorno.

In parziale smentita a quanto twittato da Elon Musk, alcuni utenti raccontano2 di non riuscire ancora, a distanza di molte ore, a leggere nuovi tweet e di continuare a visualizzare un messaggio di errore che, avvisandoli di aver superato il limite di frequenza, li invita riprovare dopo qualche minuto: ciò rende ancora più difficile capire cosa stia accadendo a Twitter.

messaggio errore twitter luglio 2023

Il messaggio di errore mostrato agli utenti Twitter che hanno superato il limite giornaliero di tweet visualizzati.

Cosa sta succedendo a Twitter: le accuse di data scraping e i dubbi di un errore interno

Secondo la spiegazione ufficiale, limitare il numero di tweet visualizzabili in un giorno servirebbe ad arginare il data scraping di cui Twitter, come la gran parte di altre piattaforme, è sistematicamente bersaglio.

La pratica consiste nello scandagliare un sito terzo allo scopo di estrarre quanti più dati possibili. Gli ultimi possono essere utilizzati in diversi modi, anche per creare – come spesso accade – servizi aggiuntivi e a pagamento. Proprio le API esterne sarebbero, secondo alcune ricostruzioni, il reale bersaglio di Musk che già in precedenza aveva introdotto regole più rigide in materia, prevedendo opzioni a pagamento per chi volesse realizzarne di nuove a partire dai dati estrapolati da Twitter.

C’è, effettivamente, chi considera il data scraping come una pratica controversa e potenzialmente in grado di «manipolare il sistema» – così si è espresso l’imprenditore – di funzionamento dei siti bersaglio.

Il rischio appare tanto più concreto nel caso di Twitter quanto più si considera che, da mesi, la piattaforma vive una condizione di instabilità tecnica inevitabilmente legata a tagli del personale e licenziamenti in tronco avvenuti, con non poche polemiche, subito dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk.

Come diversi addetti ai lavori hanno fatto notare3 – in Italia ci ha pensato @vincos – lo stesso down di Twitter del 1° luglio sarebbe stato connesso non tanto ad attività di estrapolazione dei dati esterne, quanto a un errore di programmazione interno in base al quale l’applicazione web di Twitter ha inviato ai server della piattaforma una quantità enorme di richieste di aggiornamento dei dati, facendoli di fatto andare in tilt e per molti versi simulando un attacco DDOS.

twitter vincos screen

Screenshot da Twitter Profilo Vincenzo Cosenza

Limitare il numero di tweet visualizzabili ogni giorno è un modo (come un altro) per spingere gli utenti a usare gli strumenti a pagamento di Twitter

Quello che sta succedendo a Twitter, in altre parole, presenta una stretta connessione con gli effetti delle nuove politiche di Elon Musk.

Errori tecnici a parte, così, c’è stato chi ha interpretato la decisione di limitare la quantità di tweet visualizzabili in un giorno, specie per gli utenti non verificati e arrivati da poco su Twitter, come il tentativo di spingere verso l’adozione degli strumenti a pagamento disponibili sulla piattaforma.

Non è un mistero, del resto, che le finanze di Twitter siano tutt’altro che solide. A detta di Elon Musk lo erano già prima del suo arrivo alla guida della compagnia, tanto che, in realtà, il continuo tira e molla sull’acquisizione di Twitter sarebbe stato legato, non tanto alla cospicua presenza di bot sulla piattaforma, quanto alla consapevolezza di stare pagando un prezzo eccessivo – oltre 54 dollari ad azione, per un totale di 44 miliardi – per un’impresa tutt’altro che sana sul piano finanziario. Negli ultimi mesi le cose sembrano peggiorate e non è bastato nominare come nuovo CEO di Twitter una professionista dell’advertising con una lunga carriera e una lunga lista di successi alle spalle.

Secondo alcune ricostruzioni, oggi Twitter farebbe fatica4 a pagare puntualmente la fornitura di servizi essenziali per il buon funzionamento della piattaforma (quelli di Google Cloud, per esempio). Ciò avrebbe effetti deleteri soprattutto sui servizi pubblicitari a propria volta forniti da Twitter: molte aziende avrebbero visto calare drasticamente visualizzazioni e roi dei propri annunci su Twitter e ciò le avrebbe portate a riformulare tutto il proprio piano di investimenti sulla piattaforma. Il risultato è stato, tra aprile e maggio, una riduzione5 degli introiti pubblicitari del 59% rispetto all’anno precedente.

Twitter ha dunque bisogno di spingere su feature a pagamento come Twitter Blue per migliorare la propria situazione finanziaria, anche a costo di impoverire l’esperienza utente dei non abbonati.

Nella stessa direzione vanno altre novità annunciate in queste stesse ore dalla compagnia, come il ritorno6di TweetDeck. La dashboard, una delle più popolari tra quelle che permettono di gestire e monitorare gli account social, torna arricchita di nuove funzionalità per la composizione e la pubblicazione dei tweet, per la ricerca avanzata, eccetera, ma sarà disponibile solo per gli utenti Twitter verificati e, cioè, che hanno pagato per ottenere la spunta blu.

Anche gli utenti più affezionati cominciano a cercare alternative a Twitter

Il dubbio che rimane è se gli utenti, soprattutto quelli più affezionati e di lungo corso, saranno effettivamente disposti a pagare per utilizzare una piattaforma che non riconoscono e in cui non si identificano più. Chi frequenta il social dei cinguettii da molto tempo ha ampiamente criticato, per esempio, la decisione di riattivare il profilo Twitter di Donald Trump, così come quella di smettere di moderare i tweet contenenti informazioni non verificate e/o manipolate sulla pandemia.

Più in generale, da mesi la cronaca riferisce una fuga di utenti e non solo: molte compagnie hanno deciso di lasciare Twitter – Balenciaga è stata la prima – in segno di disaccordo con le politiche della nuova proprietà e per tutelare la propria brand safety.

In molti hanno riscoperto un modello di social network decentralizzato e open source, tanto che si è tornati a parlare con prepotenza di fediverso ed è tornato in voga Mastodon.

Proprio Mastodon avrebbe visto incrementare in questi giorni, a causa di ciò che sta succedendo a Twitter, la propria base di utenti attivi di oltre 100mila unità7. A raccontarlo è stato, il 2 luglio 2023, l’ideatore del sito, Eugen Rochko, che ha anche ripubblicato il post di un utente di lungo corso con alcuni consigli su come usare Mastodon al meglio. Tra i consigli condivisi con i nuovi arrivati c’è il seguire quanti più utenti e hashtag possibili e curare personalmente il proprio feed dal momento che non c’è un algoritmo che lo fa al posto proprio.

A proposito di alternative al social dei cinguettii, sembra tra l’altro che quello che sta succedendo a Twitter abbia convinto Meta ad accelerare sul lancio di Threads. Si tratta di un social solo testuale e sul cui feed possono essere pubblicati solo contenuti brevi eventualmente corredati da link: il progetto è noto da tempo con il nome in codice di “P92”.
Da martedì 4 luglio l’app è comparsa8 9sugli app store di Google e Apple. Non è ancora scaricabile, ma si può già leggere una breve descrizione di come funziona: in termini semplici, si appoggia a Instagram in modo che ogni utente abbia già un certo numero di follower a cui indirizzare i propri aggiornamenti testuali sugli hot topic del momento o altri argomenti di proprio interesse. Soprattutto, le indicazioni sul momento in cui si potrà cominciare a utilizzarla sembrano piuttosto chiare e non lasciano spazio a troppi margini di dubbio, in quanto, promettono gli sviluppatori, dovrebbe essere fruibile già entro la fine di questa settimana.

Note
  1. Twitter/ @elonmusk
  2. Il Post
  3. Waxy
  4. The Conversation
  5. The New York Times
  6. Twitter/ @TwitterSupport
  7. Mastodon/ @Gargron
  8. App Store Apple
  9. Google Play

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