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Gli italiani sono preoccupati del caro vita e del rischio povertà (e ne parlano anche in Rete)

Secondo l'Istituto Nazionale per la Comunicazione gli italiani temono sempre di più la povertà. È una preoccupazione che traspare anche in Rete, tra le conversazioni sull'aumento del costo della vita analizzate da Talkwalker.

Cosa preoccupa di più gli italiani? La povertà innanzitutto, secondo quanto emerso da “Poveri Noi. Il Terzo Settore e la sfida dei nuovi bisogni, dopo i tre anni che hanno sconvolto il mondo”: una ricerca condotta dal laboratorio dedicato al terzo settore di Istituto Nazionale per la Comunicazione – INC con il patrocinio di RAI per la Sostenibilità – ESG.

Tre cittadini e sei operatori del non profit su dieci hanno citato il rischio povertà tra quelli che più li preoccupano se l’orizzonte è l’immediato futuro. I numeri sono, del resto, già tutt’altro che incoraggianti. Per diciotto milioni1 di italiani, sei milioni in più rispetto soltanto allo scorso anno, sarebbe attualmente difficile accedere a beni e servizi di prima necessità ed entro la fine dell’anno un italiano su tre potrebbe non riuscire a pagare luce e gas.

cosa preoccupa di più gli italiani

Cosa in questo momento preoccupa di più gli italiani, nella prima grafica, contro cosa preoccupa di più gli operatori del terzo settore, nella seconda grafica. Fonte: Istituto Nazionale per la Comunicazione/ RAI

cosa preoccupa di più che lavora nelle onp italiane

La paura degli italiani per la crisi si legge anche tra le righe delle conversazioni in Rete

Caro energia e caro bollette sono, non a caso, da mesi temi centrali nell’agenda del discorso pubblico: non hanno finito per dominare soltanto la campagna elettorale per le politiche 2022, ma influenzano ogni giorno persino le conversazioni e quello che gli italiani fanno in Rete. Talkwalker, da partner ufficiale della piattaforma social, ha provato così ad analizzare le conversazioni su Twitter sul caro vita.

Il risultato più macroscopico è che già a marzo 2022 le conversazioni attorno al costo crescente della vita erano più che duplicate (+130%) rispetto alla fine del 2021. Sono soprattutto gli utenti più giovani, quelli che hanno tra i 25 e i 34 anni, a manifestare su Twitter le proprie preoccupazioni riguardo all’attuale situazione economica generale e alla situazione finanziaria personale (il 46% delle conversazioni sul tema analizzate su Twitter sono riferite proprio a questa fascia d’età, percentuale anche questa più che duplicata rispetto alla fine del 2021).

Andando ad analizzare i temi più caldi su Twitter quando si parla di caro vita il risultato è che sono i rincari sul prezzo del gas e del carburante (insieme coprono quasi il 68% delle conversazioni analizzate da Talkwalker) e quelli sugli affitti delle case.

temi più discussi su Twitter caro vita

Fonte: ricerca Talkwalker, Twitter Official Partner, “Analisi delle conversazioni sul costo della vita. Cosa possono imparare i brand dagli insight su Twitter”

Una buona fetta di twitterer, soprattutto oltreoceano, sembra preoccupata però anche rispetto all’assistenza medico-sanitaria. È un dato che, per tornare alla ricerca svolta dall’INC Non Profit Lab, riflette la paura che il sistema sanitario nazionale possa «collassare», al terzo posto tra cosa preoccupa di più gli italiani dopo la povertà e l’insicurezza alimentare.

Con la prospettiva che quella attuale non sia solo una situazione passeggera, le persone stanno cominciando a prendere decisioni più a lungo termine per quanto riguarda la mobilità, il lavoro, la casa e non di rado ne discutono e si confrontano con le proprie cerchie in Rete.

L’analisi di Talkwalker segnala così, per esempio, un aumento rispetto allo scorso anno delle conversazioni sui veicoli elettrici: il sentiment è però, nella maggior parte dei casi, neutro o tendente al negativo, con una buona fetta di utenti che affermano di potersi a malapena permettere o non potersi permettere affatto le soluzioni elettriche per la mobilità al momento sul mercato.

Anche l’innalzamento dell’età pensionabile (con le conversazioni attorno al più generico tema delle pensioni che sono aumentate di almeno un terzo rispetto allo scorso anno) è una delle questioni su cui gli utenti Twitter si confrontano sempre più di frequente: ancora una volta il sentiment è negativo, con la maggior parte del campione che sostiene di non poter andare in pensione al momento.

Cosa preoccupa di più gli italiani e cosa aspettarsi nell’immediato futuro secondo gli operatori del terzo settore

Tasse, speculazioni da parte delle aziende e degli operatori finanziari ma anche banchi alimentari e accorgimenti per risparmiare sono tra gli altri temi attorno a cui si concentrano le conversazioni su Twitter sul caro vita. Il filo rosso che hanno in comune sono le crescenti responsabilità che le persone attribuiscono ai governi e il sostegno che si aspettano dagli stessi, a cui chiedono anche e soprattutto un impegno più concreto per migliorare le cose.

Gli addetti ai lavori hanno speranze meno rosee in quest’ultimo senso: nella sua analisi dedicata a cosa preoccupa di più gli italiani e gli operatori del non profit al momento, l’INC Non Profit Lab ha rilevato come quasi la metà (il 45%) degli ultimi sia convinta che l’attuale situazione di incertezza persisterà ancora per i prossimi due o tre anni (poco meno di un operatore del non profit su quattro è convinto che la società sarà «sempre più povera, individualistica e ripiegata su sé stessa»).

La buona notizia è che il terzo settore saprà rispondere alle esigenze degli italiani anche laddove le istituzioni non riusciranno ad arrivare (di questo si dice convinto il 48% dei partecipanti allo studio) e avrà un ruolo fondamentale e socialmente riconosciuto per uscire dalla crisi (per il 39,4%). Per rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni e a cosa preoccupa di più gli italiani, sarà fondamentale fare squadra con le istituzioni (22,5%) e con altre realtà che si occupano di lobbying (24%) per aumentare la propria rilevanza ed efficacia.

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