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Cinque mosse per difendere la propria privacy sui social network

privacy social network

Spesso quello che si fa sui social network mette a rischio la propria sicurezza e quella delle persone vicine, in modi che non si immaginano: ecco, allora, cinque consigli per difendere la propria privacy online.

Oltre il 40% degli attacchi informatici avvenuti nel corso del 2021 avrebbe avuto come bersaglio dispositivi o account individuali1: è un dato che suggerisce come parlare di sicurezza digitale voglia dire anche e soprattutto parlare di come quello che i singoli fanno – o non fanno – in Rete possa metterli a rischio o mettere a rischio l’invulnerabilità dei sistemi informatici (pubblici, aziendali, ecc.). In questa prospettiva temi come la privacy sui social network assumono particolare rilevanza: spesso proprio i dati e le informazioni che gli utenti condividono più o meno consapevolmente negli ambienti digitali sono sfruttati dai malintenzionati per mettere in piedi truffe, furti d’identità, tentativi di estorsione, ma anche atti di cyberbullismo o di pornografia non consensuale.

Non stupisce, così, che in Europa il GDPR sia intervenuto a regolare anche la (controversa) questione del «dato personale reso accessibile»2 perché condiviso dal diretto interessato e lo abbia fatto ponendo anche in questo caso il limite della liceità del trattamento. Non sorprende neanche che spesso, accusate di lassismo, le piattaforme abbiano reso disponibili speciali hub dove gli iscritti possono controllare e modificare in ogni momento le impostazioni dei propri account e imparare a prendersi cura della propria privacy sui social network.

Tra le varie risorse disponibili, alcuni azioni utili a tale scopo sono suggerite da un’infografica di ExpressVPN sulla privacy sui social media. Come riuscire, però, a minimizzare davvero i rischi della propria permanenza negli ambienti digitali? La questione è più rilevante di quanto si possa immaginare anche considerato che, stando ad alcuni dati, continua ad aumentare il tempo che si trascorre in Rete impegnati in attività molto diverse tra loro: nell’ultimo anno è stato di quasi sette ore pro capite.

Cinque modi per difendere la propria privacy sui social network

La buona notizia è che ci sono alcune azioni molto semplici, di “igiene digitale”, che da sole possono bastare allo scopo di tutelare la propria privacy sui social network.

La prima è differenziare il più possibile i contenuti sui diversi profili social. Questa operazione è importante, come sanno bene i giovanissimi che da qualche tempo hanno preso a creare dei “finsta”, ossia degli account Instagram sotto falso nome da cui condividono i propri pensieri più intimi scappando alla perfezione patinata e ostentata della maggior parte dei feed.

Non necessariamente serve avere account social alternativi o sotto falso nome: l’importante è avere cura di non condividere troppe informazioni personali o che riguardino la propria vita privata su profili che si usano a scopo perlopiù lavorativo, come su LinkedIn, e da dove si potrebbe parlare a un pubblico più ampio o comunque diverso dalle proprie cerchie di amici e viceversa.

Per riuscire allo scopo un buon punto di partenza è evitare il crossposting, ossia postare lo stesso contenuto automaticamente su più piattaforme diverse, e controllare le impostazioni della privacy del singolo post, eventualmente restringendo i destinatari dei contenuti, come ormai la maggior parte delle piattaforme permette di fare, ai soli amici più stretti.

Tutelare la propria privacy sui social network passa, però, inevitabilmente anche da una corretta gestione di password e credenziali d’accesso. È importante sceglierne di efficaci, che non siano troppo semplici o facili da scoprire essendo a conoscenza di informazioni di base come la data di nascita, il nome del proprio partner, ecc. Necessario è, ancora, usare password differenti per ciascun servizio per evitare che “hackerato” un profilo ci si ritrovi impossibilitati a utilizzare anche tutti gli altri. Attivare, dove possibile, l’autenticazione a due fattori è in questo senso una garanzia in più, insieme a modificare spesso le proprie password.

Un uso sicuro dei social parte dal fare attenzione a cosa si condivide

L’avvertenza generale quando si tratta di privacy sui social network è di prestare attenzione a cosa si condivide in Rete, evitando di diffondere informazioni molto personali e potenzialmente strategiche per un cybercriminale (come per esempio numeri di conti corrente o codici della carta di credito). Ciò si declina soprattutto nel prestare attenzione a quali foto si pubblicano e quali tag si utilizzano al loro interno.

Qualche volta quella che sembra semplicemente una foto divertente scattata durante una serata con gli amici, pubblicata sui social, potrebbe compromettere la propria carriera perché potrebbe fornire di sé un’immagine poco professionale e affidabile.

Ampiamente discussi, poi, sono i rischi dello sharenting, ossia la condivisione compulsiva da parte dei genitori di foto e video dei propri figli, sia in termini di privacy del minore e sia perché indebitamente utilizzati possono trasformarsi in materiale pedopornografico o in veicolo di adescamento. Questi sono solo due dei numerosi esempi possibili di un uso controverso e per niente coerente con lo scopo originale per cui la foto era stata condivisa sui social. Tra questi esempi, comunque, c’è anche un uso della stessa fotografia, specie se di valore artistico, che non rispetti il copyright. Per molti versi, così, il consiglio migliore potrebbe essere minimizzare il numero di foto e contenuti pubblicati sui social network, soprattutto se non si riesce ad avere molto controllo sulle audience che si raggiungeranno tramite quel contenuto.

Altra buona idea è, come si accennava, limitare i tag sia a persone e sia nei luoghi in cui ci si trova. Per rispettare la privacy sui social network di amici, conoscenti o colleghi di lavoro sarebbe sempre opportuno, cioè, chiedere loro il permesso prima di pubblicare e taggare una foto in cui siano ritratti e mettere in chiaro che si gradirebbe facciano lo stesso. Evitare di registrarsi nel posto in cui ci si trova e di farlo in tempo reale, invece, rende meno tracciabili le proprie attività e i propri spostamenti ed evita che malintenzionati possano utilizzare a proprio vantaggio le informazioni che ne derivano.


Ultima regola per prendersi cura della propria privacy sui social network è, infine, fare attenzione quando si usa il social login e a che tipo di autorizzazioni si concedono ad app terze – per l’accesso a fotocamera, microfono e rubrica del proprio smartphone, per esempio – limitandosi a farlo solo a soggetti affidabili al 100%.

Note
  1. Clusit
  2. Agenda Digitale

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