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Arriva anche in Italia l'etichetta Twitter per segnalare i tweet fuorvianti (sul COVID-19 e non solo)?

Nonostante manchino annunci ufficiali, l'etichetta Twitter

Era stata lanciata in estate in versione beta in alcuni paesi tra cui non compariva però l'Italia. Ora qualche utente ha intercettato l'etichetta sul feed, applicata a tweet che parlavano di COVID-19 e vaccini e non è un caso

Potrebbe essere già attiva anche in Italia l’etichetta Twitter Fuorviante” da utilizzare per segnalare quei cinguettii che contengono informazioni controverse, dai toni allarmistici o su cui non c’è accordo tra le fonti ufficiali o tra le autorità sanitarie, soprattutto se si tratta di informazioni mediche o legate alla salute delle persone.

Chiunque dal 19 gennaio visiti la pagina del Centro Assistenza Twitter dedicata alla segnalazione dei contenuti viene informato da un pop-up che può spuntare anche la voce È fuorviante quando segnala un tweet di un altro utente e vuole suggerire ai moderatori perché lo ha fatto, anche se la funzione «è attualmente in fase di test» e ciò vuol dire che dalla piattaforma non si impegnano a fornire feedback o risposte e aggiornamenti sullo status del contenuto segnalato in questo modo.

etichetta Twitter fuorviante

Il pop-up che nell’Help Center di Twitter avvisa della nuova possibilità di segnare un tweet come fuorviante. Fonte: Centro Assistenza Twitter

L’etichetta Twitter “Fuorviante” sarebbe stata già stata intercettata però anche in un feed Twitter in italiano, applicata non a caso a un tweet in cui comparivano termini come “infermiera” e “prelievi”1 e presumibilmente riferito ai vaccini contro il COVID-19.

tweet vaccini segnalato come fuorviante

Il primo tweet in italiano segnalato come fuorviante parla di vaccini anti COVID-19. Fonte immagine: la Repubblica

L’etichetta Twitter “Fuorviante” che forse è già attiva in Italia, anche se mancano conferme ufficiali

La possibilità di segnalare un tweet come fuorviante2 era stata ufficialmente annunciata nell’estate 2021, mentre la maggior parte dei paesi occidentali era nel pieno delle campagne vaccinali, per evitare che fake news sul coronavirus e disinformazione sui vaccini ne inficiassero la riuscita.

La nuova etichetta, come fu chiarito allora, era in versione beta e disponibile solo in paesi come Stati Uniti, Corea del Sud Australia (gli stessi paesi ancora citati dal pop-up in apertura dell’Help Center italiano). Solo più tardi e con risultati soddisfacenti il roll out sarebbe stato progressivo – come di prassi per le novità Twitter – in altre nazioni; in effetti, il 17 gennaio 2022 un lancio di Reuters annunciava che la piattaforma era pronta a rendere disponibile l’etichetta Twitter “Fuorviante” anche in altri tre paesi: Brasile, Spagna e Filippine3. L’Italia non compariva ancora in lista e allo stato attuale mancano annunci ufficiali da parte di Twitter Italia sulla nuova funzione.

Perché c’è bisogno dell’ennesima etichetta per segnalare su Twitter le bufale e perché anticiparne la funzionalità

A convincere la piattaforma ad anticiparne il rilascio anche in Italia potrebbe essere stato il boom di segnalazioni nei paesi in cui l’etichetta Twitter “Fuorviante” è già attiva – secondo Reuters avrebbero superato quota tre milioni dal momento del primo release estivo – tanto quanto la consapevolezza che i vaccini contro il coronavirus continuano a essere un tema caldo in Rete in Italia anche per via della recente introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 504. Come scriveva il team di Twitter già a proposito della policy adottata per i contenuti a tema COVID-195,

«alcune teorie cospirazioniste persistenti, una retorica allarmista che non trova fondamento nella ricerca o nella più credibile della cronaca e un’ampia varietà di narrative scorrette e rumor inconsistenti, specie se rimangono non contestualizzati, possono tenere lontane le persone dal prendere decisioni informate riguardo alla loro salute e mettere individui, famiglie e comunità a rischio».

Tale policy prevedeva un sistema progressivo di ammonizioni, blocchi temporanei e ban definitivi – simili a quello disposto per l’account di @realdonaldtrump – per i profili che violassero regole e linee guida della comunità.

Fin da subito l’approccio adottato per contenere il diffondersi di bufale sul coronavirus e per limitare gli effetti che le stesse rischiavano di avere sulla gestione pubblica della pandemia era stato quello di estendere l’uso delle etichette contro le fake news già esistenti su Twitter anche a notizie infondate, prive di riscontro scientifico, controverse o contenenti media manipolati che riguardassero l’emergenza sanitaria.

Più tardi le stesse etichette erano state oggetto di un “restyling” mirato a renderle più vistose: è stato inserito un piccolo simbolo di pericolo e sono state colorate di rosso e arancione perché anche gli utenti che facciano un uso più distratto e ludico della piattaforma le possano notare e, perché no, siano attratti dalla possibilità di cliccare sopra e leggere le informazioni di contesto e relative al perché il contenuto è stato segnalato, presenti nell’avviso (come riporta ABC News, dopo il restyling il click-through rate sarebbe aumentato del 17%6).

Visto in retrospettiva, in particolare il lancio di Birdwatch sembra preludio all’arrivo dell’etichetta Twitter “Fuorviante”: l’iniziativa aveva chiamato a raccolta utenti volontari perché si confrontassero pubblicamente su che tipo di contenuti consideravano più fuorvianti e perché.

Estendere a ogni utente la possibilità di segnalare, tramite apposita etichetta, come fuorvianti i tweet in cui si imbatte nel proprio feed è «un piccolo punto di partenza»7, aveva twittato già quest’estate il team Safety di Twitter, in vista di un obiettivo più grande: capire cosa si possa fare di più e come per limitare l’impatto sulla vita associata della disinformazione, specie in frangenti cruciali come un’emergenza sanitaria o delle elezioni.

Note
  1. la Repubblica
  2. TechCrunch
  3. Reuters
  4. Il Post
  5. Twitter Help Center
  6. ABC News
  7. Twitter/ @TwitterSafety

© RIPRODUZIONE RISERVATA È vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

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