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Da YouTube una campagna e uno spot per incentivare gli italiani a vaccinarsi, partendo dai fatti

let s get the facts youtube

"Let's get the facts" è il video in cui YouTube raccoglie dubbi e perplessità più comuni sui vaccini contro il coronavirus e prova a dar loro risposta attingendo solo a fonti istituzionali e informazioni verificate. In Italia, come in molti altri paesi, il maggior ostacolo alle campagne vaccinali è la disinformazione che esiste sul tema.

Con “Let’s get the facts YouTube sostiene la campagna di comunicazione istituzionale voluta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per incentivare la partecipazione degli italiani alla campagna di vaccinazione contro il coronavirus.

Con la campagna video “Let’s get the facts” YouTube incentiva le vaccinazioni contro il coronavirus in Italia

L’omonimo video informativo raccoglie alcuni contenuti ufficiali e provenienti da fonti ministeriali riguardo ai vaccini per il COVID-19 e lo fa con l’intento di ricordare agli italiani l’importanza di scegliere bene le fonti da cui informarsi, specie quando in gioco ci sono questioni piuttosto rilevanti per la vita e la salute pubblica. Non solo in TV o sui giornali: in questi mesi i vaccini sono stati un tema caldo anche in Rete. Non sempre le informazioni circolate sono state corrette, verificate o completamente imparziali e ciò ha contribuito a creare un clima di sfiducia – un sentiment negativo, a voler usare un parametro caro soprattutto a chi si occupa di sentiment analysis e social media monitoring e lo fa in ambito aziendale – nei confronti delle campagne vaccinali.

Vaccino contro il Covid-19: tieniti informato
Vaccino contro il Covid-19: tieniti informato

Nel video, dalla grafica a tratti naif e che ricorda quella dei più semplici prodotti di animazione, sono stati raccolti così i dubbi più frequenti sui vaccini contro il coronavirus, come “sono efficaci?”, “sono sicuri?”, “posso ammalarmi ugualmente?”, che, con ogni probabilità, sono state anche le ricerche riguardo al COVID più frequenti su Google in questa fase dell’emergenza sanitaria. Con il video da YouTube hanno inoltre provato a dare risposte chiare, basate su evidenze scientifiche e che fossero le uniche ammesse dalle fonti istituzionali.

Per una maggiore chiarezza e per fornire ai propri utenti la possibilità di approfondire i temi in questione, al video “Let’s get the facts” YouTube ha associato una playlist di altri contenuti, anch’essi provenienti da fonti ufficiali e verificate e capaci di mostrare i benefici in termini di salute pubblica e sicurezza degli sforzi vaccinali condotti al momento dai diversi paesi.

let s get the facts campagna youtube

Al video-spot principale “Let’s get the facts” su YouTube è associata una playlist di altri contenuti riguardanti i vaccini e provenienti da fonti ufficiali e verificate. Fonte: YouTube

Le altre volte in cui da YouTube (e Google) hanno combattuto fake news e disinformazione sui vaccini

L’impegno di YouTube, e a monte di Google, per contrastare le fake news sul coronavirus e la disinformazione a tema vaccini non sono davvero nuovi. Fin dai primi giorni di emergenza sanitaria, per ogni ricerca correlata al COVID-19, sia tra i video e sia sul motore di ricerca , è mostrato all’utente uno speciale avviso pop-up che lo invita a consultare e affidarsi solo a fonti ufficiali come l’OMS, il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, anche attraverso gli appositi “hub informativi” messi a punto in questi mesi sulle piattaforme di casa Google.

Secondo i dati ufficiali solo le schede informative su YouTube hanno già superato i cinquecento miliardi di impression. Ancora, da quando le campagne vaccinali dei diversi paesi sono entrare nel vivo, YouTube si è impegnato a cancellare o bloccare i video no vax e contenuti che diffondessero notizie non verificate o idee complottiste sui vaccini contro il coronavirus. Inoltre, simile nell’intento di convincere anche i più restii a vaccinarsi era già stato creato un altro spot di Google, “Get back to what you love”: in quel caso il desiderio di tornare presto alla vita abituale era stato utilizzato come leva emotiva per rafforzare l’idea che solo le vaccinazioni permetteranno effettivamente di farlo a breve termine.

“Riprendiamoci il gusto del futuro”: la campagna del governo italiano per far crescere le adesioni vaccinali

Non è un mistero che in tutti i paesi le campagne vaccinali devono scontrarsi ancora con gli indecisi del vaccino, quel circa 11% di popolazione italiana già vaccinabile che secondo DOXA ancora esita a prenotare il proprio appuntamento al centro di vaccinazione o ha dubbi sui sieri anti COVID-19. Convincerli non può che richiedere uno sforzo di comunicazione sinergico: con “Let’s get the facts” YouTube sostiene, così, “Riprendiamoci il gusto del futuro” , la già citata campagna di comunicazione istituzionale per incentivare le vaccinazioni contro il coronavirus.

Campagna nazionale di vaccinazione anti-Covid 19 “Riprendiamoci il gusto del futuro”
Campagna nazionale di vaccinazione anti-Covid 19 “Riprendiamoci il gusto del futuro”

Due spot, in onda in TV e condivisi dalle pagine social ufficiali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno per protagonisti testimonial vip come J-Ax, Ambra Angiolini, Amadeus, Mara Venier, Paolo Bonolis, Federica Pellegrini, ma anche persone comuni come una coppia di giovani sposi e un ristoratore che, sulle note di un brano composto appositamente da Giuliano Sangiorgi, elencano tutti i buoni motivi per vaccinarsi. Sono buoni motivi che, ancora una volta, hanno a che vedere con la ripresa a pieno ritmo della socialità, degli affetti, dei viaggi, delle opportunità di lavoro. Il ritorno a una “nuova normalità” è del resto, a ben guardare, insieme a un tono spiccatamente emozionale, il filo rosso di tutte le campagne di comunicazione a tema vaccini.

Non a caso anche dopo “Let’s get the factsYouTube prevede una nuova wave dal titolo “Let’s get the shots”, che potrebbe essere ancora un “inno” ai vaccini come unico mezzo per ritrovare, almeno in parte, abitudini e libertà a cui si rinuncia da un anno e mezzo.

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