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Ripresa di fiere e congressi: i cinque principi per un nuovo modello di "safety fair"

modello e-Safety per le fiere

Per far ripartire il settore fieristico in tutta sicurezza, dopo l'arresto dovuto alla pandemia, occorre ripensare gli aspetti organizzativi: da un'azienda di progettazione di allestimenti e dall'architetto Antonio Lanzillo la proposta di un modello da seguire.

L’ondata pandemica, che nell’ultimo anno e mezzo ha duramente colpito ogni ambito e settore, ha destabilizzato l’andamento socio-economico a livello globale. La crisi generata ha portato quasi al tracollo svariate realtà, obbligandole in alcuni casi a una drastica trasformazione, con un fisiologico aumento della crisi dell’occupazione. Tra i settori più colpiti dalla pandemia da coronavirus, comunque, vi è quello fieristico e degli eventi, data la sua natura aggregativa e di contatto diretto tra le persone. Queste difficoltà si sono manifestate nell’obbligo, dopo un rinnovato stop a fiere e congressi in presenza, di realizzare eventi e manifestazioni con modalità a distanza, avvalendosi del digitale laddove possibile.

Il “modello e-Safety” per le fiere: una spinta per ricominciare

In un clima di ripartenza risulta necessario far fronte a tutte le perplessità relative agli ovvi problemi del settore. Lo sforzo collettivo, in virtù di una nuova e più attenta concezione del sistema fieristico, si rende necessario al fine di incentivare l’economia globale attraverso una delle aree economiche che, più di altre, attende la ripresa delle attività in presenza. La sicurezza per una ripresa ottimale dal vivo resta un tema fondamentale: la necessità di superfici antibatteriche e distanziamento sociale hanno costretto il settore fieristico ad affrontare nuove sfide e a cambiare l’approccio alla progettazione e alla costruzione degli spazi in cui confluisce un gran numero di persone, proveniente da ogni parte del mondo.

È proprio in questa direzione che ha agito Eurostands, azienda leader nella progettazione e produzione di allestimenti temporanei, ideando, in collaborazione con l’architetto Antonio Lanzillo, il “modello e-Safety” per le fiere e sancendo i principi per una “safety fair” basata su innovazione , design, sicurezza del personale, degli avventori e l’asetticità degli spazi comuni, mediante la realizzazione di stand COVID-free.

Questo approccio fornirebbe agli espositori la possibilità non solo di salvaguardare la salute del proprio staff, ma anche e soprattutto di garantire ai visitatori un’esperienza senza rischi per la salute, in un ambiente sicuro e confortevole. Il sistema di costruzione, infatti, essendo conforme ai protocolli dell’OMS, prevede una vasta gamma di caratteristiche che consentono il corretto svolgimento delle manifestazioni fieristiche.

In particolare, la nuova tipologia di stand del modello e-Safety per le fiere risulta dotato di barriere parafiato e visiere protettive; colonnine termoscanner per monitorare la temperatura corporea; dispositivi e confezioni di gel igienizzante per una continua sanificazione; segnaletica di sicurezza a pavimento e delimitatori a indicare percorsi per evitare la formazione di file e assembramenti. La struttura stessa degli stand, inoltre, ha in dotazione accessori d’arredo con superfici antibatteriche facilmente lavabili e una tipologia di concept modulare che permette la costruzione e l’allestimento di spazi espositivi altamente personalizzabili secondo le esigenze del cliente.

modello stand e-Safety: un esempio

Prototipo di stand del “modello e-Safety” per le fiere e gli eventi. Fonte: Eurostands

I cinque requisiti fondamentali per una “safety fair”

Consapevoli delle perplessità e dei cambiamenti che il settore fieristico si trova ad affrontare, sorge spontaneo chiedersi quali siano i principi fondamentali che rendono una fiera, un evento o un congresso una “safety-fair”, senza mai tralasciare le esigenze che un processo di questo tipo comporta.

In merito all’indagine svolta da UFI (associazione mondiale che raggruppa organizzatori, proprietari e organizzazioni nazionali e internazionali dell‘industria fieristica), come ha sottolineato Maurizio Cozzani, AD di Eurostands, delle normative igieniche adeguate influirebbero per un 58% sulla riapertura delle fiere in Italia. «Alla luce di questo dato, il distanziamento, la regolamentazione dei flussi per evitare assembramenti e le precauzioni igieniche diventano pratiche fondamentali per i potenziali visitatori e per gli espositori stessi», ha specificato l’AD. Cozzani ha inoltre aggiunto: «Siamo davanti a un cambiamento epocale, da qui in avanti progettare secondo criteri anticontagio e scegliere materiali che garantiscono la pulizia delle superfici […] saranno regole imprescindibili da seguire per gli allestitori».

A sostegno del processo, per inserirsi in questo “cambiamento epocale” e ovviare a tutte le criticità del settore, è possibile prendere in considerazione cinque requisiti che potrebbero aiutare a definire il nuovo approccio da adottare.

1. La sicurezza inizia all’entrata

Il primo punto riguarda l’osservare diverse procedure per la messa a punto di un sistema di rilevamento automatico ed efficace. Avvalendosi del supporto della tecnologia è possibile attuare in maniera facile e veloce tutte quelle operazioni come controllare gli accessi, misurare la temperatura corporea dei visitatori e verificare che indossino correttamente la mascherina. Tutto ciò in modo da evitare la formazione di code e assembramenti, garantendo una manifestazione sicura.

2. Cartellonistica e segnaletica sono due strumenti chiave

Un ulteriore principio da considerare è la gestione dei flussi dei visitatori, evitando la formazione di assembramenti di fronte ai singoli stand. Imprescindibile risulta, quindi, ideare un sistema di cartellonistica e segnaletica semplice ed efficace, con percorsi chiari, facilmente decifrabili e in piena sicurezza per gli avventori.

3. Per le superfici la parola d’ordine è lavabile

Date le caratteristiche di trasmissione del virus che possono avvenire sia per via aerea che tramite contatto con le superfici, gli stand e-Safety sono stati progettati con materiali asettici, facilmente sanificabili e lavabili, quali laminato, linoleum o superfici verniciate con pittura lavabile antibatterica. Una scelta drastica è stata adottata anche per la pavimentazione e per le sedute, che difatti non prevedranno moquette e tessuti di alcun genere, in modo da evitare il deposito di agenti dannosi.

4. Il distanziamento sociale rimane la priorità

Una tra le espressioni entrata di prepotenza nel linguaggio comune, durante la pandemia da COVID, è distanziamento sociale, una norma anti-COVID da rispettare insindacabilmente, anche e soprattutto in presenza di un’alta concentrazione di persone. Durante gli eventi, con maggiore attenzione in prossimità degli stand, sarà necessario rispettare il distanziamento sociale e, laddove non fosse possibile, per evitare la propagazione del virus in forma aerea occorrerebbe installare barriere parafiato in policarbonato.

5. Non esiste protocollo anti-COVID senza igienizzazione

Tra le tante abitudini che hanno accompagnato gli individui nel periodo della pandemia vi è l’utilizzo degli igienizzanti. Per poter organizzare un evento in completa sicurezza è dunque necessaria la presenza, su tutto il percorso e a portata di mano presso gli stand, di colonnine di gel igienizzanti, a una distanza di circa 30 metri quadri, così da coprire in modo uniforme lo spazio disponibile.


«Accettare la grande sfida di progettare un sistema fieristico con un partner […] come Eurostands ci ha permesso di contaminare con il design e la creatività il mondo delle fiere, individuando soluzioni progettuali funzionali e di stile […]. E-Safety è la nostra risposta carica di ottimismo e voglia di ricominciare a esporre e a visitare le fiere» ha dichiarato Antonio Lanzillo, CEO di Antonio Lanzillo & Partners.

Il “modello e-Safety” per le fiere, dunque, è stato ideato allo scopo non solo di garantire personalizzazione e flessibilità ai clienti, in un’ottica di piena sicurezza e conformità alle norme igienico-sanitarie, ma anche per fornire la necessaria consapevolezza che, con le giuste precauzioni, ripartire è possibile.

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