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Farmaci online: come venderli e quali i benefici della vendita

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Anche in Italia è possibile acquistare farmaci online, ma come sarà possibile contrastare il fenomeno dei contraffattori?

Dall’1 luglio 2015 anche in Italia è possibile acquistare farmaci online su siti certificati dal bollino di sicurezza. Il mondo farmaceutico, infatti, sta cercando di contrastare in ogni modo la pericolosa vendita online di farmaci non autorizzati o contraffatti. Negli Stati Uniti è stata registrata l’estensione dei Top Level Domain .pharmacy per tutelare i consumatori di tutto il mondo rendendo riconoscibili i siti dove acquistare in modo sicuro i farmaci online. Solo le aziende che hanno presentato domanda di qualificazione durante il Sunrise Period saranno in grado di registrare nomi a dominio con l’estensione .pharmacy. Per fare questo, i candidati devono dimostrare di soddisfare le norme e le politiche stabilite dall’alleanza mondiale della Federazione Internazionale Farmaceutica (FIP) e la National Association of Boards of Pharmacy (NABP). Ma come funzionerà in Italia? Per prima cosa è necessario seguire alcuni consigli per aprire una farmacia online. Del delicato passaggio dall’offline all’online delle farmacie, comunque, abbiamo parlato con Francesco Zaccariello, CEO & Founder della startup efarma.it.

Fino al 30 giugno 2015 era possibile trovare online farmaci contraffatti o comunque non autorizzati. Come pensa che questa nuova legislazione possa contrastare il fenomeno dei farmaci falsificati potenzialmente tossici o anche solo inefficaci?

L’attuazione della Direttiva Europea 2011/62/Ue è sicuramente un primo passo importante per l’ ecommerce farmaceutico in Italia, considerato che in diversi paesi della Comunità Europea è già possibile acquistare online anche farmaci che richiedono la prescrizione medica. Un’ulteriore garanzia per gli utenti che potranno essere sicuri di acquistare da professionisti prodotti che rispettano standard di qualità, sicurezza e tracciabilità, visto che allo stato attuale vi sono ancora numerosi siti stranieri illegali legati alla vendita di farmaci con prescrizione medica, sui quali la probabilità di imbattersi in medicinali falsi o potenzialmente pericolosi viene stimata intorno al 70%.

In che modo sarà possibile riprendere il controllo della supply chain dei farmaci? Crede che ora sarà più difficile controllare il flusso dei contraffattori nel traffico web?

Assolutamente no: quando gli utenti inizieranno a prendere atto della possibilità di acquistare farmaci da banco online sarà molto più semplice individuare le farmacie illegali che sono attualmente il 95% di quelle presenti online. La consulenza e la vendita online non devono sovrapporsi alla figura del farmacista sul territorio che deve restare comunque il primo riferimento del cittadino e deve essere invece un canale parallelo che può agevolare le tante persone che hanno problemi a raggiungere fisicamente la farmacia.

Crede che le farmacie riusciranno ad adeguarsi in tempo? E voi, in particolare, come vi siete mossi in vista di questa importante innovazione nel settore?

Importante chiarire che la normativa è in vigore ma non ancora attuabile in quanto bisogna ottenere un’autorizzazione da parte delle Regioni, che devono a loro volta verificare che il titolare abbia effettivamente titolo a vendere farmaci da banco online. Dopo questa autorizzazione sarà possibile depositare il dossier presso il ministero. Quest’ultimo, una volta esaminata la domanda, potrà concedere l’utilizzo del bollino identificativo delle vere farmacie, necessario per distinguere da chi vende in modo abusivo.

Infine, pensa che le esigenze del mercato coincidano con questa svolta? Perché qualcuno dovrebbe preferire l’acquisto di farmaci online?

Le dinamiche che coinvolgono il processo di acquisto online sono davvero tante e svariate. Un luogo comune è sicuramente la ricerca del miglior prezzo che si riesce a spuntare navigando tra i vari comparatori. Molto spesso si ricorre all’acquisto online per prodotti non reperibili nella farmacia sotto casa. I nostri clienti sono soprattutto i tanti lavoratori che a causa dei frenetici ritmi lavorativi fanno della loro pausa pranzo un buon momento per fare shopping online oppure persone con patologie croniche o disabili che approfittano del vasto assortimento di prodotti online per poter acquistare comodamente da casa.

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