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Da soluzione emergenziale a parte integrante di molti business: è l'anno dell'eCommerce secondo i dati

Dati sull'eCommerce 2021: Casaleggio fa le prime stime

Come ogni anno, il report di Casaleggio Associati analizza lo scenario dell'eCommerce nel mondo e in Italia: il settore è in una fase matura e da cui non si torna indietro. Per questo anche per le piccole e medie imprese sarà sempre più indispensabile integrare e dare priorità ai canali digitali nei propri modelli organizzativi.

Quello in corso sarà l’anno del «consolidamento» – e per molti versi anche della «maturità» – del settore, l’anno in cui la maggior parte delle aziende comincerà a considerare le vendite digitali come parte fondamentale, caratterizzante e non più solo eventualmente residuale del proprio business. Lo dicono i primi dati sull’ ecommerce 2021, quelli dell’annuale rapporto di Casaleggio Associati: dopo il boom di acquisti online durante la pandemia e le incoraggianti statistiche sull’eCommerce nel 2020, del resto, non ci si sarebbe potuti aspettare diversamente.

Cresce il fatturato eCommerce, trainato dalle vendite al dettaglio online (e meno dal B2C)

Il fatturato eCommerce vale oggi (a maggio 2021) complessivamente 10.780 miliardi di dollari.

Di questi quasi il 40% è riferibile alle vendite al dettaglio. L’eCommerce b2c ha fatto bene nei mesi scorsi, tanto da risultare in crescita di oltre 27 punti percentuali rispetto alla rilevazione precedente e aver raggiunto un valore complessivo di 4.280 miliardi di dollari: è successo per una combinazione di fattori, quali l’aumento degli acquisti online da parte dei consumatori finali certamente, ma anche la chiusura di numerose attività commerciali che ha inevitabilmente impattato sulle transazioni b2b online.

Lo scenario potrebbe non cambiare molto nei mesi a venire, tanto che i dati sull’eCommerce 2021 stimano un’ulteriore crescita nel corso dell’anno per le vendite online B2C di almeno il 14%, fino a raggiungere un valore complessivo di 4.891 miliardi di dollari. Alcune nuove abitudini di consumo post coronavirus non possono non aver inciso su queste previsioni: secondo Casaleggio Associati, infatti, già lo scorso anno almeno l’80% dei consumatori ha cercato un prodotto o servizio online, oltre il 90% ha visitato un negozio virtuale e quasi il 77% ha fatto acquisti in Rete.

Si tratta di nuove abitudini di consumo che inevitabilmente incidono anche su cosa i consumatori si aspettano dalle aziende nel post pandemia e certamente facilità, praticità e sicurezza nel chiudere i carrelli digitali e la possibilità di vivere la stessa esperienza di brand che si vivrebbe in store sono tra quello che i consumatori danno ormai per scontato quando acquistano in Rete.

Omnicanalità sarà, insomma, la parola d’ordine per le aziende che negli scorsi mesi hanno visto il canale digitale assumere sempre più peso sulle vendite. Stando ancora gli insight della Casaleggio Associati, il fatturato eCommerce B2C rappresenterebbe infatti ormai quasi un quinto del totale delle vendite al dettaglio: solo nella scorsa rilevazione era poco più del 13% e si tratta di un incremento ancora più interessante se si considera che in questi mesi di emergenza sanitaria le vendite al dettaglio sarebbero diminuite globalmente del 3%. Per le singole aziende ciò si traduce nell’evidenza che, mentre prima della pandemia circa il 30% delle vendite avveniva online, durante la crisi e anche per effetto delle misure di contenimento del contagio adottate dai diversi governi che in molti casi hanno implicato la chiusura di attività non essenziali e punti vendita fisica, la stessa percentuale è cresciuta al 65%, con il 38% delle vendite online avvenuto sui marketplace e il restante 27% nei negozi virtuali dei brand.

La Cina e la regione pacifica continuano a essere campioni di acquisti online

Come per ogni edizione, il report Casaleggio con i dati sull’eCommerce 2021 prova a tracciare anche una sorta di mappa dei luoghi in cui si acquista di più online.

Rispetto alla rilevazione precedente, gli acquisti al dettaglio in Rete sono aumentati in tutti i paesi di oltre un quarto; ci sono nazioni però, come l’Argentina (+79%) e Singapore (+71%) per esempio, in cui il tasso di crescita delle vendite B2C online è decisamente superiore alla media.

Nonostante questa crescita generalizzata, alla regione dell’Asia-Pacifico continua a essere riferito oltre il 60% delle quote di fatturato eCommerce (per un valore di 2.448 miliardi di dollari), con la Cina incontrastata al primo posto tra i paesi dove si effettuano più acquisti in Rete (qui l’incidenza delle vendite al dettaglio online è del 44% e si stima potrà superare il 52% entro fine anno e, da solo, il Paese copre circa il 48% del fatturato eCommerce globale), seguita ma a distanza dalla Corea del Sud (dove le vendite online B2C sono ferme a “solo” il 28.9%).

I dati sull’eCommerce 2021 in Italia: dalla spesa media ai canali preferiti dagli eShopper italiani

Nel proprio focus sull’eCommerce in Italia 2021 Casaleggio Associati stima in oltre 48.2 miliardi di euro il fatturato annuo in vendite digitali (con una lieve flessione, dell’1%, rispetto alla rilevazione precedente): di questo almeno il 48% è riferito al canale mobile (percentuale risultata in crescita di almeno il 4% in un solo anno).

Invariati anche i settori che, più degli altri, contribuiscono all’exploit di acquisti in Rete da parte degli italiani: tempo libero (a cui sarebbe riferito il 48% degli acquisti digitali), beni di largo consumo (21%), turismo (11%), alimentare (che, nonostante la crescita degli acquisti food online nel 2020, rimane fermo al 5%) e servizi in particolar modo di tipo assicurativo (5%).

cosa comprano gli italiani online 2021

Fonte: Casaleggio Associati

Come già altri studi (“Italiani e social media” 2020 di Blogmeter, solo per citarne uno), il report di Casaleggio conferma che abbondantemente più di un italiano su due (il 58%) ha interagito quest’anno con i brand anche online e che è una percentuale destinata a crescere nell’immediato futuro. Guardando più in particolare alle abitudini degli italiani che hanno acquistato in Rete nei mesi scorsi, la quasi totalità lo ha fatto preferendo i grandi marketplace generalisti come Amazon (dove ha acquistato il 94% degli intervistati) ed eBay (52%) o verticali come Zalando (44%) agli eShop delle singole aziende. La spesa media per singolo consumatore digitale sarebbe stata di 674 euro e, soprattutto, anche la maggior parte degli italiani considererebbe «irreversibili» le proprie nuove abitudini di consumo.

Ciò ha costretto, come già si accennava all’inizio, molte aziende a rivedere il proprio modello di business. Non si può guardare, cioè, ai dati sull’eCommerce 2021 senza notare che, rispetto all’ultima rilevazione, esistono in Italia 10.467 nuove imprese in più registrate con il codice ATECO del commercio online (per una crescita del +50% in un solo anno) e che anche tra le piccole e medie imprese già esistenti sono cresciute (oltre il 17% da un 9% di partenza in era “pre COVID-19”) quelle che hanno aperto un eCommerce, a cui si aggiungono – e non sono poche, poiché sono circa il 27%, rispetto al 15% della rilevazione precedente – quelle che hanno scelto altre formule come il social commerce o la vendita tramite moduli online.

In ogni caso, volendo semplificare, chi ha scelto di andare online per far fronte alle diverse restrizioni in vigore in questi mesi avrebbe dichiarato di aver mantenuto stabile il proprio fatturato (12% del campione), se non addirittura di averlo aumentato (68%): insight che portano gli autori del report a considerare largamente «positivo» l’apporto dell’eCommerce in questo anno.

dati sull'eCommerce 2021 cosa pensano i merchant

Per la maggior parte degli intervistati, l’eCommerce ha avuto durante l’emergenza coronavirus un impatto largamente positivo sul proprio business e in particolar modo sul fatturato. Fonte: Casaleggio Associati

Cosa dicono i dati sull’eCommerce 2021 rispetto ai trend per il futuro (immediato) del settore?

Perché continui a esserlo e perché le aziende riescano a godere pienamente dei benefici delle vendite digitali, ci sono dei trend che non si possono ignorare  –com’è stato ribadito durante la stessa presentazione del report Casaleggio sull’eCommerce – e sono tendenze a ben guardare simili a quelle che da altre ricerche sono state individuate tra i trend per l’eCommerce 2021.

Per i player dell’eCommerce sarà l’anno delle acquisizioni

Le acquisizioni, in particolare, hanno segnato il 2020 dell’online shopping. I riflettori sono puntati soprattutto sulle acquisizioni orizzontali e di potenziali competitor , anche di piccole dimensioni (come è accaduto con Spotify e SoundBetter, per fare solo un esempio proveniente dal mondo delle nuove esperienze social con al centro la voce), capaci di allargare la copertura geografica dei propri servizi o il proprio bacino di potenziali clienti, in un frangente storico in cui i costi di acquisizione per singolo cliente rischiano di diventare anche molto alti.

Acquisiranno sempre più rilevanza le piattaforme che raggruppano più merchant diversi

Anche l’adozione di un modello federativo potrebbe essere sempre più rilevante per l’eCommerce, soprattutto se si guarda alle esigenze dei player più piccoli. Un’unica piattaforma di cui il singolo non ha costi di gestione e che offre supporto in praticamente ogni campo, dalla logistica alla distribuzione e passando per il marketing e le strategie di comunicazione, potrebbe convincere anche attori che fin qui non sono stati in grado di affrontare i costi infrastrutturali del passaggio alle vendite online (è quello che è già successo per le libreria indipendenti con Bookdealer, per esempio, e per i negozi di prossimità con Everly).

La relazione (umana) con il consumatore al centro dei trend per l’eCommerce

Tra le sfide per aziende e merchant, anche in considerazione dell’aumentata competitività del settore, ci sarà comunque nell’immediato futuro quella di fidelizzare l’eShopper: ciò significherà inevitabilmente entrare in relazione con il cliente e farlo nella maniera più personalizzata possibile. A questo possono servire tanto una campagna di contenuti tarata sulle preferenze espresse dal consumatore in fase di iscrizione a una newsletter , per esempio, o sui suoi comportamenti d’acquisto pregressi, quanto destinare sempre più budget alla programmatic advertising anche per i passaggi pubblicitari più tradizionali, ma anche coinvolgere sensorialmente chi acquista, offrendogli, come alcuni brand del fashion e del beauty hanno già cominciato a fare, esperienze in realtà aumentata o realtà virtuale o chiamarlo in causa nella co-creazione del prodotto.

Perché anche per l’eCommerce il 2021 sarà l’anno della sostenibilità

Anche quello della sostenibilità sarà, infine, un tema sempre più caldo per le aziende che intendono vendere online. Dicono i dati sull’eCommerce 2021 che oltre il 43% di chi pure fa acquisti online è preoccupato che l’aumento di volume degli stessi possa rappresentare una seria minaccia per l’ambiente; una percentuale simile sarebbe disposta a pagare un prezzo superiore o delle spese extra per dei metodi di spedizione più sostenibili (meno plastica negli imballaggi, sistemi di distribuzione più green, ecc.), ma al momento solo l’1% dei merchant sarebbe in grado di offrire questo tipo di possibilità.

Nell’immediato futuro, insomma, un criterio sempre più rilevante di scelta potrebbe essere quanto “verde” è l’eCommerce da cui si intende acquistare o quanto reinveste in iniziative di corporate social responsibility green l’azienda in questione e lo dimostra già adesso il successo, per guardare al solo mondo del food delivery, di app contro lo spreco alimentare come Too Good To Go.

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