Ott
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Significato di Ott
Ott, o over-the-top, sono definite tutte quelle media company che offrono servizi e contenuti direttamente via Internet, bypassando cioè sistemi di distribuzione tradizionali, come il digitale terrestre o il satellitare nel caso della TV.
OTT: significato e utilizzo dell’espressione
Proprio perché i contenuti video e televisivi sono stati tra i primi e più frequentemente rimediati da attori del digitale come questi, con OTT si è finito per indicare volgarmente i soli servizi di streaming video sul modello di Netflix. Si tratta ovviamente di una semplificazione: le definizioni ufficiali di OTT non fanno discriminazione infatti quanto a tipologia di contenuti, ma considerano soltanto come avviene la trasmissione. Secondo la Commissione canadese per la radiotelevisione e le telecomunicazioni quello che distingue le compagnie media OTT è il non avere facility o reti dedicate per la trasmissione dei propri contenuti, al contrario di quanto avviene per esempio con le broadcaster TV satellitari o via cavo. L’espressione “over-the-top”, del resto, fa riferimento più letteralmente alla capacità di operare sopra le reti dei soggetti in questione, senza sfruttare cioè una rete proprietaria ma affidandosi, per esempio, a quelli che in gergo sono conosciuti come CDN o content delivery network. In Italia l’AGCOM, all’interno di uno studio sulla TV di nuova generazione, ha definito OTT la distribuzione di «contenuti […] web based, tramite connessione a banda larga su reti aperte, accessibili attraverso una molteplicità di device».
Servizi media over-the-top: caratteristiche e tipologie
Una connessione Internet a banda larga è insomma indispensabile per poter fruire di questa tipologia di contenuti o servizi, tanto che le analisi di mercato non possono non far notare una certa correlazione – negativa, va da sé – tra digital divide e adozione di servizi OTT: laddove la penetrazione di connessioni a banda larga è inferiore, cioè, inferiore è anche la fruizione di contenuti e servizi web only.
Quanto alla tipologia di servizi o di contenuti OTT, semplificando molto, la distinzione che viene tradizionalmente fatta è quella tra
- televisione OTT, indicata anche come Internet TV e che consiste nei servizi di streaming televisivo ad abbonamento come Netflix, Hulu, Prime Video e simili a cui si aggiungono, sempre più frequentemente, player tradizionali del panorama televisivo che distribuiscono via Internet tanto contenuti originali e pensati per il web, quanto contenuti già passati sul palinsesto televisivo sul modello di Sky Go;
- messaggistica OTT che comprende la maggior parte dei servizi di messaggistica istantanea, come WhatsApp o Telegram, forniti da soggetti terzi rispetto all’operatore telefonico;
- servizi voce OTT, ossia i cosiddetti VOIP come Skype o Viber che permettono agli utenti di effettuare chiamate voce utilizzando connessioni dati o WiFi.
Il successo degli OTT e gli effetti sui media tradizionali
La sempre maggiore popolarità di servizi come questi, comunque, non ha solo cambiato le abitudini degli utenti – portando alla moda, per restare ancora alla sola OTT TV, fenomeni come il binge watching o il second screen per esempio – ma ha inevitabilmente costretto i soggetti tradizionali operanti in ogni singolo mercato a rivedere le proprie strategie.
Non stupisce così che, solo per fare alcuni esempi, gli operatori telefonici offrano ormai pacchetti tariffari in cui le connessioni dati hanno un peso sempre più rilevante o che le emittenti televisive tradizionali stiano intraprendendo strategie che favoriscano il multi-screening e, ancora, che il mercato pubblicitario si sia adattato alla presenza di servizi come questi, inventando formule ad hoc come il pre-roll o il mid-roll e vedendo migrare verso questa direzione non pochi investimenti.