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Canali all news: oltre il pericolo fake news, perché rappresentano il futuro dell'informazione

Canali all news: oltre il pericolo fake news, perché rappresentano il futuro dell'informazione

I canali all news sono realtà come RaiNews24, TgCom24, SkyTg24 che trasmettono informazione di flusso: ne abbiamo parlato con Paolo Liguori.

La fiducia nei media generalisti, si sa, vacilla: dati e insight sulla dieta mediatica degli italiani confermano, ogni anno, la disaffezione verso televisione e giornali e una sempre maggiore propensione a creare percorsi personalizzati e personalizzabili anche per quanto riguarda l’informazione. Anche i più forti baluardi delle emittenti tradizionali come i telegiornali, da sempre tra le prime fonti d’informazione, infatti sembrano aver perso popolarità: dati come quelli riportati nella Relazione Annuale 2018 dell’AGCOM segnerebbero una perdita di oltre un quinto di ascoltatori in tre anni (pari a circa otto milioni dal 2014 al 2017, ndr). A guadagnarne? Oltre al mondo dell’informazione digitale sembrano essere i canali all news.

Secondo la stessa relazione, infatti, realtà come RaiNews24, TgCom24, SkyTg24 hanno visto in questi anni una crescita costante degli ascolti. Tanto da far pensare che il modello delle news di flusso possa rappresentare il futuro – o uno dei futuri possibili – dell’informazione.

canali all news dati italia

Di cosa (e come) vivono i canali all news

Nonostante formule in parte diverse, infatti, i canali all news condividono tutti le stesse impostazioni. Non esistono palinsesti o, meglio, il palinsesto di una TV di sole news, come suggerisce la stessa espressione, è fatto di un continuum di notiziari, programmi di aggiornamento, spazi per le breaking news , senza che questo escluda comunque a priori la possibilità di programmi e formule di approfondimento, spesso tematici o che prevedono la presenza di ospiti ed esperti anche esterni.

Un canale all news, in altre parole, ha l’informazione al centro. Non sbaglia, però, chi lo considera figlio di miti del giornalismo come la velocità e l’aggiornamento continuo. Offrendo una copertura in diretta e ventiquattro ore su ventiquattro, come sottolineano tra l’altro molte delle insegne aziendali, quello che fanno i canali all news infatti è ridurre al minimo il tradizionale gap temporale tra un fatto e la sua notizia e l’estremo a cui tendono è un farsi degli eventi che è già di per sé notizia.

In una prospettiva come questa, alcuni dubbi appaiono leciti: come le all news cambieranno la pratica del giornalismo, se non l’idea stessa di giornalismo? Che ne è della figura del giornalista come gate keeper, addetto a selezionare notizie davvero interessanti e di valore per il suo pubblico? Come si gestisce una redazione dedicata alle all news e che ne è di processi e task come la verifica delle fonti, per esempio? Ancora, e soprattutto, gli utenti desiderano davvero un’informazione di flusso o questa rischia di diventare una commodity come lo è in parte già sul web?

Abbiamo bisogno davvero di un’informazione di flusso? E che qualità ci garantisce?

Sull’ultimo punto soprattutto la posizione di Paolo Liguori – direttore di TgCom24, uno dei canali all news italiani con più seguito – sembra essere chiara. In una intervista ai nostri microfoni infatti afferma:

Se si misura il ciclo di notizie continuo sul singolo ascoltatore e gli si chiede «vorresti davvero notizie tutto il giorno?», con ogni probabilità la risposta è «no, ma quando le voglio o quando mi servono le voglio avere». Le notizie a flusso, cioè, sono come il sesso: non è che si vorrebbe fare sesso tutto il giorno, ma quando lo si vuole fare si deve poter trovare il partner altrimenti ci si sente frustrati e disadattati.

Per tornare ai dati, del resto, anche quelli sul consumo estivo di news raccolti da Omicom Media Group sembrano fotografare una sorta di affezione degli italiani all’informazione di flusso: RaiNews24, TgCom24, SkyTg24 hanno visto tutti aumentare – anche se di pochi punti percentuali – i loro ascolti, persino in un periodo come quello estivo in cui il consumo di televisione è tradizionalmente ridotto.

Una risposta ai dubbi, legittimi, riguardo alla qualità di questa informazione a ciclo continuo sembra essere invece nella natura stessa dei soggetti che, in Italia almeno, fanno oggi all news. Una propaggine della TV pubblica e quelle di una rete commerciale e di una pay TV hanno avuto, infatti, il compito di portare in Italia il modello solo informazioni, modello nato, del resto, nell’America degli anni Ottanta con una realtà come CNN. Non è difficile immaginare, perciò, una contaminazione virtuosa di saperi e saper fare che garantiscono ai canali all news e ai loro prodotti una certo valore.

I canali all news e il futuro dell’informazione digitale

Diverse sono, invece, le considerazioni da fare rispetto alla routine organizzativa e alla vita di una redazione di all news. Cambiano ruoli, cambiano processi produttivi e – almeno a sentire ancora il parere di Paolo Liguori, intervistato durante il Mashable Social Media Day + Digital Innovation Days 2018 – non è detto che quella tanto biasimata velocità non possa essere, invece, una via di sopravvivenza del giornalismo davanti alla crisi della carta stampata e all’emergere dei nuovi percorsi informativi di cui già si diceva.

Le formule tipiche dei canali all news rappresenterebbero, infatti, già oggi un ottimo raccordo tra la vecchia informazione analogica – semplificando, quella di giornali e televisioni – e la nuova informazione digitale. Se si guarda a una realtà come TgCom24, appunto, l’obiettivo crossmedialità appare già in larga parte realizzato con la possibilità di fruire notizie e aggiornamenti sui canali del digitale terrestre tanto quanto sui canali della pay TV, in radio e ovviamente anche dal web, sia tramite home sia tramite canali social.

«Il giornalismo tradizionale e i suoi prodotti confezionati tendono a diventare una forma chiusa – sottolinea ancora a proposito il direttore – e in futuro forse andranno verso lo spettacolo per legittimarsi, già oggi del resto abbiamo forti, forti commistioni e il giornalismo diventa spettacolo soprattutto in televisione. Le all news a flusso sono, invece, la forma che può permettere a Internet di lavorare con la televisione, con i social, con la radio, ecc.».

Sarebbe tra l’altro proprio questa integrazione tra canali, se si sposta l’attenzione sulla questione all news vs fake news, a garantire ancora una volta qualità e veridicità delle notizie a flusso continuo. Velocità, infatti, sembrerebbe a stento fare rima con verifica delle fonti per esempio e il ciclo continuo potrebbe apparire antitetico rispetto a un altro modello, quello dello slow journalism , che riscopre appunto i tempi lunghi del fact-checking e dell’approfondimento. A guardarlo bene, però, «un sistema a quattro teste che copre Internet, la televisione, i social, la radio, ecc. ha una potenza tale da scongiurare anche le fake news: può succedere che le troviamo sui social o, cosa ancora più pericolosa, diffuse dagli over the top; quando accade le riconosciamo; possiamo segnalarle sul sito e, così, facciamo un’opera antagonista, cioè non solo non le temiamo ma possiamo addirittura sconfiggerle», conclude Paolo Liguori sottolineando uno dei contributi che i canali all news possono dare appunto all’ecosistema dell’informazione online e non.

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