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August blues, ovvero depressione affettiva stagionale: come combatterla?

August blues, ovvero depressione affettiva stagionale: come combatterla?

L'august blues, cioè la depressione che insorge alla fine delle vacanze, ha ora una base teorica scientifica che ne spiega cause e rimedi.

La fine di agosto segna la riluttante necessità di dover riporre costumi, occhialini, creme e protezioni abbronzanti in un cassetto, per riprendere invece giacche, occhiali da vista con cui proteggersi dai rischi di un’eccessiva esposizione alla luce di pc, smartphone e tablet; tutto ciò segna indiscutibilmente la ripresa del lavoro. Una vera e propria tortura, insomma, per tutti che non può che culminare in una depressione stagionale che ora ha finalmente un nome: august blues.

In effetti, riprendendo le statistiche, Cristiano Carriero – storyteller e autore presso Hoepli del testo “Mobile working. Lavorare ovunque in modo semplice e produttivo” – in una riflessione generale sul tema ai nostri microfoni afferma che: «un italiano su 3 medita di lasciare il lavoro subito dopo le ferie, in preda ad un senso di scoraggiamento e sopraffazione».  E sempre sulla stessa scia, Alessio Carciofi – consulente e formatore in Digital Marketing e autore del libro “Digital Detox. Focus e produttività per il manager nell’era delle distrazioni digitali” – sostiene che: «le statistiche riportano che i lavoratori della conoscenza non riescono a staccare in vacanza dal momento che finiscono per commettere l’errore di confondere le vacanze come una modalità silenziosa di lavoro».

In questo quadro piuttosto “desolante”, Stephen Ferrando – direttore di psichiatria al Westchester Medical Center sostiene che il concetto di August Blues potrebbe richiamare quello di sunday blues”, cioè la tristezza che sopraggiunge la domenica sera a causa della consapevolezza della fine del weekend e dell’inizio di un’altra settimana. In effetti, riprendendo in un certo senso il pensiero leopardiano – secondo cui l’attesa del giorno di festa è più lieta della festa stessa – una volta passata la festa, in questo caso il weekend, l’euforia e la gioia provate nei giorni immediatamente antecedenti al fine settimana lasciano il posto a una sensazione di profonda tristezza e malinconia per il sopraggiungere di un’altra settimana e per  la necessità di dover riprendere la solita routine. Purtroppo, però, secondo gli esperti, l’august blues risulta molto più articolato del sunday blues, nello specifico per due ordini di fattori:

  • per la sua durata: l’august blues, protraendosi per tutto il mese di agosto, dura molto di più del Sunday Blues che fa la sua comparsa solo la domenica sera;
  • per l’estensione del target colpito dal cosiddetto August Blues che, stando a quanto affermato da Rachel Annunziato, docente di Psicologia alla Fordham University, risulta maggiore del sunday blues in quanto colpisce proprio tutti, adulti e bambini.

August Blues: le motivazioni alla base della depressione di fine agosto…

Varie motivazioni sono alla base de fenomeno august blues, una delle principali potrebbe essere l’impossibilità di staccarsi dalla realtà lavorativa digitale sempre più sovrapposta a quella reale, poiché il medium digitale può essere definito anche medium della presenza perché presuppone l’esserci sempre. Proprio per questo motivo, come spiega Carciofi, «è opportuno, in alcuni periodi, prendersi un po’ di riposo e di distanza, per ritrovare la giusta energia».

Un’ulteriore causa può essere rintracciata nella constatazione di avere internamente un “orologio accademico”, che analogamente a quello biologico, avverte l’organismo della presenza dell’imminente ritorno alla routine, associandolo, inconsciamente, alla ripresa e alla riapertura di scuole/università.

Inoltre, dato che per le sue manifestazioni sintomatiche l’august blues rientra a pieno titolo tra le SAD – Seasonal Affective Disorder (disturbi affettivi stagionali, che prevedono la comparsa di sintomi depressivi in determinati periodi dell’anno, come eccessiva sonnolenza, appetenza, eccessiva stanchezza e conseguente crollo di energia e vitalità) – un’ulteriore causa può essere rilevata nella discordanza tra ciò che idealmente ci si era proposti di fare e ciò che realmente è stato possibile realizzare. Analogamente alla consapevolezza della discordanza tra il sé ideale – l’immagine di sé che si vorrebbe avere e mostrare agli altri – e il sé reale – l’immagine del sé che realmente si ha e si mostra agli altri – la consapevolezza di non essere riusciti a realizzare ciò che si desiderava e che ci si era riproposti di fare durante le vacanze induce uno stato di profonda insoddisfazione che viene accentuata dalla necessità di dover rinunciare a pensieri circa la volontà e il desiderio di cambiamenti e di avventure varie, tipici del periodo estivo.

Infine, un’ultima motivazione, correlata a quella precedente, può essere rintracciata nella constatazione secondo cui, simbolicamente, settembre si pone come il vero e proprio ‘Capodanno’, segnando l’avvento di un nuovo anno, percepito con un estremo carico di aspettative, prospettive e progetti da realizzare, il che ovviamente confluisce in una profonda ansia da prestazione, la quale a sua volta sfocia in un perenne stato di preoccupazione e tensione.

…e i rimedi per non deprimersi pensando alla fine dell’estate

Alla luce di queste considerazioni per vincere la tristezza di fine agosto, Carriero consiglia di adottare una visione a lungo termine: «non accumulando subito tutte le task, ma iniziando a pianificare il lavoro per non buttarsi a testa bassa sulla risoluzione delle urgenze, dal momento che una visione a lungo termine porta più serenità e meno ansia». Pensiero, questo, condiviso da Carciofi che difatti afferma la necessità di «controllare dosando la propria energia per poter accedere al proprio benessere ascoltando il proprio corpo che comunica sempre i propri segnali». L’esperto nello specifico, suggerisce di: «riprendere gradualmente; prendersi delle pause dal lavoro al massimo ogni 60-90 minuti, cercando di fare l’opposto di ciò che si stava facendo ed evitando di stare sui social; infine, istituire dei rituali di fine giornata per potere circoscrivere il lavoro ed evitare di invischiarlo con le proprie relazioni». Anche Carriero suggerisce di avere dei ritauli, anche se il suo consiglio è di averli ad inizio giornata: «se possibile iniziare uno sport e leggere 5 pagine al giorno di un nuovo libro, possibilmente la mattina prima di buttarsi sul lavoro».

Sulla scia di queste considerazioni, anche  Marina Osnaghi – prima Master Certified Coach – rivela dieci pratiche molto semplici e immediate per poter alleviare e abbattere l’ansia di fine agosto.

  1. Guardare al futuro con ottimismo, evitando di rimanere impantanati nel ricordo delle vacanze appena trascorse e pensando proficuamente alle opportunità che il nuovo periodo può offrire.
  2. Mantenere un’abitudine iniziata con le vacanze: ritagliarsi uno spazio per sé. Questo aspetto diviene fondamentale soprattutto nei primi periodi di transizione perché dona l’illusione di una “continuità terapeutica”: fare qualcosa che si amava fare in vacanza, simbolicamente, serve a sgomberare la mente da pensieri superflui e induce uno stato di relax e calma, tipici delle vacanze.
  3. Prendersi e viversi serenamente le dovute pause: bere il caffè o il tè comodamente seduti, di mattina, risulta necessario al mantenimento di uno stato di benessere e rilassatezza. Inoltre,  mangiare di fretta ha degli effetti negativi sulla digestione: l’atto di spostarsi continuamente costringe l’organismo a inviare il sangue alle gambe, gli organi più impegnati in simili condizioni, causando una riduzione dei succhi gastrici e, di conseguenza, portando all’insorgere di difficoltà digestive.
  4. Ricordarsi di chiarire sempre a sé stessi i propri obiettivi e le strategie da attuare per realizzarli: in altri termini bisogna ricordare a se stessi di applicare un approccio improntato al coaching e alla motivazione personale.
  5. Utilizzare l’approccio del coaching anche con i collaboratori, cercando di renderli autonomamente consapevoli del proprio ruolo.
  6. Trasformare le proprie reazioni in stimoli per dare il massimo. La percezione di aspetti fastidiosi, come la mancanza di precisione, la puntualità o la presenza di problemi organizzativi cronici e di incoerenza, suscita una profonda irritazione che se tramutata in energia e voglia di fare può contribuire a un ritorno più “soft” alle attività quotidiane.
  7. Riscoprire il valore di dire no: è estremamente importante imparare a ribellarsi – con eleganza e fermezza – per interrompere la vecchia routine e ristabilirne una nuova, più equa e maggiormente improntata sulla consapevolezza del proprio valore.
  8. Stabilire delle nuove abitudini e delle nuove regole per evitare che quelle passate sfocino sempre in situazioni distruttive.
  9. Organizzare il lavoro secondo obiettivi qualitativi e non quantitativi. Per migliorare la produttività lavorativa propria e dei collaboratori è fondamentale impostare una serena comunicazione aziendale improntata alla comprensione dei feedback per comprendere cosa si è realizzato e cosa va ancora realizzato, ma con rinnovato vigore ed euforia.
  10. Prendersi del tempo per sé nel weekend riscoprendo il valore del tempo libero vissuto con le persone care, evitando di percepirlo come un ulteriore obbligo da assolvere ma come un modo necessario per ristabilire le proprie priorità: il benessere personale e quello delle persone care.

In conclusione, dai vari suggerimenti raccolti emerge l’importanza che ricoprono due aspetti fondamentali: prendersi del tempo per sé imparando ad ascoltarsi – migliorando così anche la consapevolezza del proprio corpo e dei bisogni che si provano – e adottare una visione di vita improntata alla pianificazione e all’istituzione delle priorità e delle urgenze.

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