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Selfeet: ovvero fotografare piedi e pavimenti per raccontare una città

Selfeet: ovvero fotografare piedi e pavimenti per raccontare una città

Il selfeet è l’ultima moda su Instagram. Le fotografie ai piedi, però, potrebbero diventare uno strumento di storytelling e marketing urbano.

Altro che selfie del lato b e food porn: la nuova tendenza a prova di instagramer è il selfeet, letteralmente un selfie ai piedi; il termine, infatti, deriva dalla contrazione degli inglesi selfie e feet, piedi. Ovviamente, però, in maniera artistica. Le regole “estetiche” per un selfeet perfetto, infatti, sono rigorose: formato quadrato, l’unico supportato originariamente da Instagram, inquadratura dall’alto, forte contrasto, piedi in parallelo e, meglio, con indosso scarpe del brand preferito o di cui si è endorser e, soprattutto, un pavimento che sia bello a vedersi e richiami immediatamente il luogo in cui ci si trova.

selfeet

Uno dei selfeet taggati su Instagram con l’hashtag #ihavethisthingwithfloors.

La vera filosofia del selfeet, del resto, sembra essere quella del “when feet meet nice floors”, che è, non a caso, il claim dell’account Instagram più seguito in materia, @IhaveThisThingsWithFloors. Oltre 740mila follower , più di mille post e una precisa strategia di content curation : così i creatori olandesi dell’account sono riusciti in poco tempo a raccontare centinaia di città, europee e non, a partire dai loro pavimenti più originali, chiedendo ai propri follower di scattare un selfeet da ogni posto nuovo e di condividerlo con l’apposito hashtag perché potesse essere repostato.

Messi un po’ da parte egocentrismo e narcisismo, insomma, i selfeet diventano ottimo strumento per un visual storytelling molto originale, oltre a enfatizzare il valore testimoniale della nostra attività social. Chiunque si sia chiesto perché continuiamo a postare foto della nostra vita di tutti i giorni, infatti, ha scoperto che gli scatti su Instagram&co valorizzano l’esperienza che stiamo vivendo, ne migliorano il ricordo, hanno per sé e per gli altri il significato dell’io c’ero. Tanto più se a dimostrarlo c’è un selfeet di quel preciso posto, in quel preciso momento.

Fotografarsi i piedi dall’alto – “mania” da oltre 212mila post solo su Instagram –, però, può diventare altro rispetto al semplice broadcasting di se stessi, come ad esempio una particolare forma di espressione artistica o uno strumento sui generis di storytelling urbano.

È quello che ha fatto il fotografo tedesco Sebastian Erras per Pixartprinting, società leader europea per l’Upload&Print. I suoi selfeet hanno immortalato nei mesi scorsi gli angoli più indimenticabili e caratteristici di città caleidoscopiche come Venezia, Barcellona e Londra. Uno scatto sulle calle veneziane, un selfeet sulle ramblas iberiche e, ancora, uno accanto all’iconico Bibendum (il mosaico di un palazzo londinese di Fulham Road, noto per la sua somiglianza con l’omino Michelin): così il fotografo ha scelto di raccontare le tre città europee da un’inquadratura quasi del tutto inedita «dal momento che normalmente non prestiamo attenzione ai pavimenti», come ha sottolineato.

Ad accompagnare i selfeet di Erras delle didascalie: piccoli bignami delle tecniche di pavimentazione scelte, della storia del luogo, delle attrazioni nelle vicinanze. Dal racconto della città al marketing del territorio, così, il passo è breve. Soprattutto se, com’è successo per i tre capitoli dei Venetian Floors, Barcelona Floors e London Floors, in un’originale operazione di content creation la Pixartprinting ha raccolto i selfeet dell’artista in una mappa interattiva delle città. Chiunque può “percorrerla” comodamente da casa, in un tour virtuale alla scoperta degli angoli più originali e nascosti, ma non è escluso che i viaggiatori più intraprendenti possano sceglierla per camminare dal vivo su quelle pavimentazioni iconiche e, ovviamente, scattare il proprio selfeet.

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«Crediamo che i pavimenti esprimano l’anima di una città attraverso messaggi e grafiche. I tre capitoli della ‘saga’ dei ‘Floors’ dedicati alla ricchezza decorativa delle città europee, così, riflettono anche nella produzione e diffusione di contenuti culturali un approccio innovativo del fare business», ha commentato Andrea Pizzola, Sales & Marketing Director Pixartprinting.

Quelle realizzate sono infatti mappe smart, organizzate per categorie – dal food allo shopping – e che puntano per natura al coinvolgimento di chi la utilizza: la call to action non troppo velata sembra essere, infatti, “scatta anche tu il tuo selfeet!”. La metafora, insomma, delle soluzioni di marketing, territoriale e non, più moderne che hanno al centro il cittadino-utente e il suo rapporto col brand, cittadino in questo caso.

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