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Twitter e la comunicazione politica: matrimonio felice?

Twitter e la comunicazione politica: matrimonio felice?

Twitter, ma non solo: per la comunicazione politica i leader internazionali puntano ormai sempre più a strategie visual.

Senza ombra di dubbio Twitter, lo strumento di microblogging per eccellenza, ha avuto un fortissimo impatto nel mondo della comunicazione politica. Questo social network ha fatto aumentare rapidamente la portata delle campagne e la copertura che esse, in seguito, hanno registrato. Eppure, nonostante l’influenza e l’engagament prodotto, Twitter non è stato del tutto all’altezza dei grandi eventi politici.

Innanzitutto, è impossibile pensare di discutere sul matrimonio tra Twitter e la comunicazione politica senza riflettere sul modo in cui vengono oggi modellati gli scandali politici. Il cambiamento è dovuto alla possibilità di comunicazione diretta tra i politici e il resto del mondo, sicuramente estremamente pericolosa perché scandali che altrimenti sarebbero stati coperti da un velo di segretezza adesso diventano punti di discussione accuratamente selezionati e spesso non filtrati dagli staff dei leader mondiali.

I messaggi su Twitter, infatti, sono come dei telegrammi pubblici, che possono essere inviati da qualsiasi computer o smartphone. Chiunque abbia un account registrato sulla piattaforma può inviare un messaggio oppure taggare il diretto interessato aggiungendo “@” per cercare il nome utente o ancora utilizzare un hashtag per rendere il proprio messaggio su un tema o un contenuto specifico più facile da trovare. Tutto ciò rafforza l’efficacia e l’immediatezza della comunicazione politica: aiuta gli elettori a raggiungere i politici e i politici a reagire rapidamente alle richiesta, ma è anche di grande aiuto agli organizzatori delle campagne elettorali.

Per quanto riguarda la velocità, la portata e la copertura delle campagne politiche, Twitter è diventato il catalizzatore di tutto. Per i giornalisti è un mezzo che ha permesso di reperire rapidamente le ultime notizie e di realizzare immediatamente delle analisi circa il sentiment su determinati argomenti. Durante le campagne elettorali, poi, il social permette di connettersi direttamente con gli elettori e tutti i potenziali osservatori interessati, aggirando i media tradizionali su cui non sempre tutti i candidati trovano spazio, diventando così un modo per avvicinarsi maggiormente agli utenti mostrando anche scene di vita privata.

A questo proposito va menzionata la foto postata dal Presidente Obama durante la notte delle elezioni 2012, rapidamente diventata la foto più retwittata del web:

Obama. Twitter e la comunicazione politica, un matrimonio felice?

È chiaro che nel seguire una strategia di comunicazione politica non bisogna esagerare con contenuti privati all’interno dei tweet, perché i politici possono in questo modo rendere il proprio feed blando e un Twitter blando può avere meno probabilità di essere seguito.

Nonostante, dunque, Twitter sia diventato un perno per la conversazione politica tra i grandi personaggi, resta ancora lontano dall’opinione pubblica. Uno studio condotto da Pew Research Center, tramite un’analisi del contenuto di tutti i tweet che circondano i principali eventi politici, è riuscito ad automatizzare i risultati dei sondaggi pubblici. Le reazioni su Twitter spesso erano in contrasto con le effettive opinioni degli americani emerse dai sondaggi condotti dagli istituti offline. In alcuni casi il tono delle conversazioni sul social era apparso più liberale, in altre invece molto più conservatore. Un esempio? Durante le elezioni americane del 2012, in seguito al dibattito tra i candidati Romney e Obama, il primo era risultato vincitore in base all’opinione degli utenti. In realtà gli utenti su Twitter avevano preferito in gran parte il Presidente Obama. Al culmine della campagna politica, il personale impiegato dall’attuale Presidente degli Stati Uniti nell’ambito social media , in particolare Twitter, consisteva in cento professionisti.

Ma un dibattito che si svolge nei limiti di 140 caratteri, soprattutto in politica, è un bene o un male per il giornalismo e per la politica stessa? Su questa domanda si potrebbe discutere a lungo, ma una cosa è certa: Twitter ha lasciato – come abbiamo appurato – un segno profondo all’interno dei processi politici.

Twitter può essere meglio utilizzato anche per campagne di opposizione al governo, come ad esempio “Cambieremo Washington“. Uno studio ha attestato che durante la campagna i repubblicani hanno cinguettato cinque volte in più rispetto ai democratici. I repubblicani, quindi, hanno utilizzato Twitter per compensare la scarsa copertura sui media tradizionali.

La piattaforma Twiplomacy fornisce esempi di gestione degli account social dei più grandi personaggi politici per mostrare come si può stimolare correttamente l’ engagement . La ricerca si è basata sui dati forniti dall’analisi dei contenuti prodotti dai politici, i quali puntano su elementi visivi e sulla creatività, adattando i contenuti ad ogni singola piattaforma anziché pubblicare un comunicato stampa su ogni social. Dallo studio, comunque, emerge che i politici non si soffermano più solo su Twitter, ma iniziano ad utilizzare anche altri social network e li integrano fra di loro.

Questo studio condotto su diverse piattaforme mostra che i leader mondiali stanno adottando un approccio sempre più integrato su più social, un indizio della direzione in cui sempre più attori del mondo degli affari probabilmente si muoveranno. Possiamo vedere come i leader internazionali consentano alle persone di vedere la personalità che si cela dietro il titolo ufficiale e come oggi le immagini creative e personali trasmettano messaggi in modo più efficace delle parole, una strategia preziosa anche per le figure aziendali”, ha dichiarato Jeremy Galbraith, AD EMEA di Burson-Marsteller.

I personaggi pubblici, quindi, stanno sempre di più mostrando il dietro le quinte delle proprie attività, per non celare al pubblico la propria personalità, attraverso l’utilizzo di immagini creative e relative alla propria vita privata, comunicando in maniera molto più efficace rispetto alle parole. La strategia della comunicazione politica, dunque, punta sempre più al visual.

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