Home / Macroambiente / I post di Facebook e di Instagram verranno usati per allenare l’AI di Meta: è (realmente) possibile opporsi all’utilizzo dei propri dati?

I post di Facebook e di Instagram verranno usati per allenare l'AI di Meta: è (realmente) possibile opporsi all'utilizzo dei propri dati?

facebook intelligenza artificiale uso dati meta

Presto le informazioni condivise su Facebook e Instagram verranno sfruttate per alimentare l'intelligenza artificiale di Meta: la novità potrebbe avere implicazioni anche per coloro che non sono iscritti a queste piattaforme.

Il 14 marzo 2023, Mark Zuckerberg aveva annunciato che il principale investimento di Meta, da allora in poi, sarebbe stato «nell’intelligenza artificiale avanzata e nella relativa applicazione a tutti i prodotti» dell’azienda1, come dichiarato in una lettera rivolta a proprio staff. A distanza di più di un anno, il CEO sembra voler mantenere la promessa dando un’ulteriore spinta all’integrazione dell’AI nelle proprie reti sociali.

Per questa ragione, negli ultimi giorni, gli utenti di Facebook e di Instagram in Europa e nel Regno Unito hanno ricevuto una notifica o una mail in cui sono stati informati che, a partire dal 26 giugno, i loro dati pubblici verranno usati per alimentare l’intelligenza artificiale di Meta.

Dopo l’annuncio non sono mancate le critiche rivolte al gigante tech che però ricorda che gli utenti hanno la possibilità di opporsi all’uso dei propri contenuti: ma sarà davvero così?

Meta vuole migliorare la propria AI e per farlo userà i dati condivisi dagli utenti su Facebook e su Instagram

La novità è stata presentata nell’ambito di un aggiornamento dell’informativa sulla privacy di Meta2, azienda che possiede non solo Facebook e Instagram ma anche Messenger e WhatsApp: il cambiamento principale riguarda quindi la modalità di utilizzo delle informazioni condivise dagli utenti su alcune di queste piattaforme.

Sul sito di Facebook è possibile accedere all’informativa in cui vengono specificati alcuni aspetti: quali informazioni verranno raccolte, i motivi e le modalità del trattamento di queste ultime.

Che tipo di informazioni verranno utilizzate da Meta?

In linee generali, si tratta di dati condivisi sotto forma di post, foto (e relative didascalie) su Facebook e su Instagram ma non su piattaforme come Messenger o WhatsApp (dato che non verranno usati dei contenuti presenti nei messaggi privati).

Più nello specifico però l’azienda spiega che, tra le informazioni che verranno riprese da Meta, ci saranno virtualmente tutti i contenuti creati dagli utenti sulle suddette app, tra cui i commenti, gli hashtag e i vari contenuti forniti tramite le funzioni per la fotocamera e le impostazioni della galleria.

Oltre a queste ultime, verranno sfruttate anche differenti tipologie di dati di tracciamento online, come i contenuti visualizzati dagli utenti e le relative modalità di interazione, ma anche «l’ora, frequenza e durata delle attività svolte sui prodotti di Meta».

Occorre notare inoltre che l’annuncio riguarda anche coloro che non possiedono un account di Meta: in effetti, l’azienda utilizzerà delle informazioni condivise sui relativi prodotti e servizi che potrebbero contemplare anche informazioni personali (quali nome o foto, per esempio) di chiunque venga menzionato o ritratto da utenti iscritti alle varie piattaforme citate: basta che il post o il contenuto in questione sia pubblico.

Nell’informativa di Meta, l’azienda spiega che questo tipo di informazioni saranno utili per «sviluppare e migliorare la tecnologia di intelligenza artificiale (nota anche come AI di Meta) che offriamo nei nostri prodotti e nei prodotti di terzi».

Anche se il comunicato in questione sembra alquanto lungo e dettagliato, molte sono state le critiche rivolte all’azienda a seguito della notizia.

Ci si può opporre all’uso dei propri dati da parte di Meta?

In teoria ci si può opporre all’uso dei propri dati da parte di Meta, ma nella pratica la risposta potrebbe non essere così semplice.

Questa è infatti una delle principali ragioni per cui il Centro europeo per i diritti digitali (Noyb) ha deciso di presentare denunce in 11 Paesi europei (tra cui l’Italia), chiedendo alle autorità competenti di avviare una procedura volta a fermare l’aggiornamento di Meta, prima che entri in vigore a fine giugno.

Per opporsi all’utilizzo dei propri dati, gli utenti possono andare sulla pagina dell’informativa sopracitata e cliccare sulla dicitura “diritto di opposizione3. Dopo aver inserito la propria mail e il Paese di residenza, gli utenti devono compilare l’apposito modulo dove spiegano l’impatto personale che l’uso dei dati in questione potrebbe avere su di loro: è da notare che, questo passaggio potrebbe già di per sé dissuadere gli utenti che desiderano opporsi.

Il modulo in questione sembra infatti essere stato ideato in modo tale da risultare alquanto faticoso, in contrasto per esempio con i classici pulsanti “unsubscribe” presenti all’interno delle newsletter , che richiedono un solo click per annullare la relativa sottoscrizione.

Ma c’è un ulteriore problema: pur inviando la richiesta di opposizione, è possibile che i dati degli utenti vengono comunque utilizzati, come si apprende dal modulo in questione. In effetti, la richiesta deve essere «in conformità con le leggi pertinenti sulla protezione dei dati» e verrà applicata solo nel caso in cui venga accolta da Meta.

L’azienda si riserva dunque il diritto di decidere se la motivazione personale data dall’utente è corretta o meno, per cui, in caso contrario, le informazioni dell’utente verranno comunque utilizzate. Lo stesso vale per tutti i contenuti come foto o altri dati personali di persone che, pur non essendo iscritte alle piattaforme di Meta, sono state citate da qualcun altro, come fatto notare in precedenza: un altro aspetto che è stato oggetto di discussione.

A tal proposito, in un comunicato condiviso il 6 giugno sul proprio sito, il Centro europeo per i diritti digitali (Noyb) ha citato l’attivista austriaco e chairman onorario di Noyb, Max Schrems, il quale sostiene che Meta stia «sostanzialmente dicendo che può utilizzare qualsiasi dato da qualsiasi fonte per qualsiasi scopo e renderlo disponibile a chiunque nel mondo, purché ciò avvenga tramite la tecnologia AI».

Secondo l’ONG, dunque, il cambiamento annunciato da Meta sarebbe «chiaramente l’opposto della conformità al GDPR» dal momento in cui renderebbe estremamente complicato agli utenti negare il consenso all’uso dei propri dati.

Note
  1. Meta
  2. Facebook
  3. Facebook
Altre notizie su:

© RIPRODUZIONE RISERVATA È vietata la ripubblicazione integrale dei contenuti

Resta aggiornato!

Iscriviti gratuitamente per essere informato su notizie e offerte esclusive su corsi, eventi, libri e strumenti di marketing.

loading
MOSTRA ALTRI