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La città di New York è la prima a fare causa ai social media

eric adams sindaco new york

Piattaforme come Facebook, Instagram, Snapchat, YouTube, TikTok minano la salute mentale dei ragazzi tanto da generare un problema di salute pubblica, ha sostenuto il sindaco di New York che perciò le ha citate in giudizio.

La città di New York ha fatto causa ai social. L’accusa è di aver minato la salute mentale dei giovani tanto da generare un problema di salute pubblica.

Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, nel fascicolo depositato mercoledì 14 febbraio 2024 alla Corte Superiore della California dal sindaco di New York, Eric Adams, si parlerebbe di una precisa intenzione da parte di tali piattaforme e dei loro gestori di «manipolare e creare dipendenza nei più giovani».

In un’altra dichiarazione, stando ancora a quanto riportano ancora agenzie come Reuters, Adams avrebbe sottolineato come i social e gli ambienti digitali più in generale abbiano esposto nell’ultimo decennio «i bambini a un flusso continuo di contenuti pericolosi, alimentando la crisi nazionale di salute mentale giovanile»1.

Le piattaforme citate in giudizio dalla città di New York sarebbero Facebook, Instagram, Snapchat, YouTube e TikTok.

Si discute da tempo dei rischi che i più piccoli corrono sui social

La questione dei rischi che i bambini corrono in Rete e, più nello specifico, degli effetti dei social media sul benessere dei più piccoli è stata discussa spesso negli ultimi anni.

Numerosi studi e ricerche sono stati condotti sulle reali capacità delle piattaforme digitali di creare dipendenza e quasi sempre i risultati ottenuti hanno confermato che oggi i bambini cominciano a utilizzare i social sempre prima, sviluppando un rapporto in molti casi problematico con questi servizi, come anche con la tecnologia.

La notizia che l’amministrazione di New York ha fatto causa ai social si inserisce insomma in un quadro di più generale allarme riguardo alla sovraesposizione dei più piccoli in Rete in cui, solo per citare gli episodi più recenti, rientra il fatto che molti campus americani  hanno vietato l’uso di TikTok al loro interno e che le istituzioni europee hanno preparato un pacchetto di norme (Digital Services Act e Digital Markets Act) appositamente pensate per responsabilizzare i gestori dei servizi digitali e, ancora, che il Senato americano ha chiesto esplicitamente conto agli stessi gestori dei rischi a cui le proprie piattaforme hanno esposto i più piccoli.

C’è un passaggio che è stato ampiamente ripreso dalla stampa dall’audizione di Mark Zuckerberg, in cui il patron di Meta chiede2 scusa ai genitori di bambini e ragazzi vittime dei social media . Proprio Meta è già stata citata in giudizio da quaranta stati americani qualche mese fa per ragioni simili a quelle avanzate ora da Adams.

Usando un paragone con una vicenda che colpì i produttori di sigarette e altri prodotti da fumo, la stampa ha spesso parlato di un momento “Big Tobacco” per le big tech iniziato con ogni probabilità quando i cosiddetti “Facebook Papers” rivelarono come l’azienda di Zuckerberg fosse consapevole dei rischi per la salute mentale degli adolescenti correlati a un uso intensivo delle proprie piattaforme.

Come le big tech hanno reagito alla notizia che New York ha fatto causa ai social

Alla notizia che il sindaco di New York ha fatto causa ai social non sono mancate le reazioni da parte delle dirette interessate.

Come riporta ancora Reuters, un portavoce di Meta ha ribadito la volontà e l’impegno affinché i più piccoli vivano online «esperienze appropriate all’età».

Da ByteDance hanno accettato la sfida di adottare insieme al resto dell’industry standard che rendano più sicure le proprie community.

Google ha smentito, invece, le accuse di Eric Adams sottolineando di impegnarsi da sempre a garantire ai bambini esperienze appropriate alla loro età e ai genitori «robuste» possibilità di controllo su cosa i primi fanno in Rete.

Note
  1. Reuters
  2. The Guardian

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