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Le figurine sportive come leva di marketing e fan engagement

figurine sportive

Un ponte tra generazioni: l'evoluzione delle figurine collezionabili da hobby a investimento strategico nel marketing sportivo.

Le figurine sportive o sport trading card rappresentano un fenomeno di marketing complesso e stratificato che ha attraversato secoli e confini geografici. Le figurine infatti hanno origini che risalgono al XVII secolo, quando il giovane Luigi XIV era affascinato da una collezione di immagini sulla vita di corte. Tuttavia, la figurina come strumento di marketing nasce nel XIX secolo in Francia, presso i grandi magazzini Au Bon Marché. Aristide Boucicaut, proprietario del negozio, iniziò a distribuire figurine ai bambini, incentivando così le visite ripetute al negozio. Questa iniziativa generò un fatturato considerevole, dimostrando il potenziale economico delle figurine come strumento di marketing.

Il fenomeno italiano: da Perugina a Panini

In Italia il fenomeno delle figurine trova popolarità nel 1934, grazie al programma radiofonico I quattro moschettieri e al contributo di aziende come Perugina e Buitoni. Il programma offriva premi come una Fiat 500, conosciuta come “Topolino”, a chi completava un certo numero di album. Questo concorso divenne un trampolino di lancio per la produzione di figurine su vari temi, dall’arte alla storia. Tuttavia, è con Panini che le figurine diventano un fenomeno culturale. La casa editrice modenese lanciò la raccolta calciatori negli anni ’60, diventando un punto di riferimento nel settore.

Il mercato americano: dalle sigarette ai milioni di dollari

Negli Stati Uniti le figurine, chiamate trading cards, iniziarono a essere inserite nei pacchetti di sigarette nel XIX secolo. Con il tempo sono diventate un investimento lucrativo. Un esempio eclatante è la vendita a marzo 2021 di una trading card, autografata, del giocatore NBA Luka Doncic per 4,6 milioni di dollari, superando il precedente record detenuto da una card di Giannis Antetokounmpo. Questi esempi evidenziano come le trading card siano diventate beni di investimento, con cifre che possono raggiungere milioni di dollari.

L’ascesa degli NFT nel collezionismo sportivo

Con l’avvento del digitale, le tradizionali figurine e trading card hanno trovato una nuova vita come non-fungible token ( nft ), trasformando il collezionismo sportivo in un fenomeno globale di portata digitale. La piattaforma NBA Topshot rappresenta un esempio di questa innovazione: questa permette infatti agli appassionati di acquistare, vendere e scambiare momenti sportivi sotto forma di NFT. Uno studio del 2022, “Spotting Anomalous Trades in NFT Markets: The Case of NBA Topshot”, di Pelechrinis et al. ha messo in luce la crescita esponenziale di questo mercato, con vendite che hanno superato i 10 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2021. Nonostante l’entusiasmo, emergono anche numerose sfide, come il rischio di utilizzo della piattaforma per attività illecite. Lo studio ha introdotto un modello per rilevare transazioni anomale, contribuendo a garantire la trasparenza e la sicurezza del mercato degli NFT. Questo sviluppo segna un punto di svolta per il marketing sportivo e l’engagement dei fan, proponendo nuove vie di interazione in un contesto digitale, pur sollevando questioni legali ed etiche che richiedono attenzione e vigilanza.

Valore economico e culturale

Le figurine e le trading card hanno assunto un valore che va oltre il semplice collezionismo. Sono diventate un fenomeno economico di per sé, generando un mercato secondario in cui vengono comprate, vendute e scambiate come beni di investimento. Questo mercato è alimentato da piattaforme online, negozi specializzati, gruppi di collezionisti e eventi come fiere e tornei. Inoltre, esse rappresentano un importante strumento di fan engagement , contribuendo a rafforzare il legame tra tifosi e squadre o atleti. Il collezionismo di figurine e trading card è diventato un’attività che unisce generazioni, creando un legame emotivo e culturale che va oltre il valore materiale dell’oggetto. Questo può avvenire perché le carte e le figurine hanno spesso un valore nostalgico per le generazioni più anziane e un valore di intrattenimento o collezionismo per quelle più giovani. Inoltre, possono rappresentare un interesse condiviso che favorisce lo scambio di conoscenze, storie e esperienze tra persone di età diverse, rafforzando così i legami familiari e comunitari.

Differenze culturali e geografiche

Il fenomeno delle figurine e delle trading card si manifesta in modi diversi a seconda del contesto culturale e geografico. Per esempio, in Italia le figurine sono spesso associate al calcio e sono considerate più come oggetti da collezione che come investimenti. Negli Stati Uniti, invece, le trading card sono spesso associate a sport come il baseball e il basket e sono considerate più come investimenti che come semplici oggetti da collezione.


In conclusione, le figurine sportive e le trading card rappresentano un fenomeno di marketing di grande rilevanza, con implicazioni che vanno oltre il semplice collezionismo. La loro storia, il loro impatto economico e culturale e le loro manifestazioni in diversi contesti geografici ne fanno un argomento di studio meritevole di ulteriori approfondimenti.

In un’epoca in cui la digitalizzazione sta apportando nuove dinamiche a questo fenomeno secolare, come l’emergere dei non-fungible token (NFT), è fondamentale comprendere le radici e le evoluzioni di questo fenomeno per anticipare le sue future implicazioni.

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