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È entrata in vigore la nuova legge antipirateria

pirateria audiovisiva

La novità principale è la possibilità per l'AGCOM di far chiudere entro mezz'ora dall'inizio delle trasmissioni i siti pirata. L'osservata speciale della nuova norma è, del resto, la pirateria sportiva.

È entrata in vigore l’8 agosto 2023 la legge antipirateria (la legge 93/2023), una norma che da più parti è stata considerata tra le più all’avanguardia in tutta Europa per quanto riguarda la tutela dei contenuti cinematografici, televisivi, editoriali, sportivi, musicali coperti da diritti d’autore e diritti connessi.

La pirateria audiovisiva è un fenomeno duro a morire, come mostrano numerosi studi tra cui quello che vuole oltre 6 italiani su 10 fare abitualmente uso di siti di streaming illegali o quello che ha provato a individuare in quali paesi l’industria dei media è più danneggiata dai contenuti piratati (restituendo come risposta gli Stati Uniti).

In Italia, secondo delle stime della Commissione cultura ed editoria della Camera che ha seguito l’iter della legge antipirateria, la fruizione illecita di contenuti audiovisivi fa danni sul PIL per oltre 700 milioni di euro1, in termini di mancati introiti fiscali per 319 milioni di euro ed è responsabile dalla perdita di circa 10mila posti di lavoro.

Le novità introdotte dalla legge antipirateria del 2023

Per far fronte alla situazione, la norma appena entrata in vigore prevede l’istituzione di una nuova fattispecie di reato, quella commessa da chi

«abusivamente esegue la fissazione su supporto digitale audio-video in tutto o in parte di un’opera cinematografica audiovisivo-editoriale, ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione e la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita»2

che ora rischia la reclusione da sei mesi a tre anni e, a seconda dei casi, una multa da 2582 euro o da 15493 euro.

Si inaspriscono, cioè, le sanzioni per gli utenti finali che guardano film, serie TV, partite ed eventi sportivi su siti pirati.

Anche il camcording, ossia la realizzazione di riprese all’interno delle sale cinematografiche allo scopo di condividere sui siti pirata i film di nuova uscita, viene considerato – e punito – ora come le altre forme più tradizionali di pirateria audiovisiva.

Nei confronti di chi illecitamente mette a disposizione le opere protette da diritti d’autore e diritti connessi è prevista la possibilità di sequestro preventivo e confisca dei proventi e le pene sono inasprite se le opere in questione sono in grande quantità.

Più poteri all’AGCOM: potrà bloccare i siti pirata entro mezz’ora

La vera novità introdotta dalla legge antipirateria, e più ancora dal regolamento operativo connesso approvato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, è però la possibilità data alla stessa AGCOM di chiedere con provvedimenti cautelari o con carattere d’urgenza ai prestatori di servizi di bloccare il traffico verso i siti pirata e oscurare il dominio entro 30 minuti dall’inizio della trasmissione del contenuto illecito3. Fin qui, infatti, lo scoglio più difficile da superare per la stessa autorità garante era stato proprio quello dei tempi eccessivamente lunghi che intercorrevano tra il momento della segnalazione degli indirizzi IP sistematicamente destinati ad attività illecite e l’oscuramento degli stessi: potevano volerci, infatti, molte ore o persino giorni.

L’authority potrà essere supportata dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, specie in fase di individuazione di forme di pirateria audiovisiva nuove e sempre più sofisticate, come per esempio quelle che avvengono tramite le IPTV.

Una volta che l’AGCOM ha informato la magistratura competente e questa ha fatto partire l’informativa di reato, per risalire più facilmente ai titolari dei siti pirata – che spesso, proprio per sfuggire ai controlli, hanno una struttura complessa e ramificata – si può ricorrere anche al tracciamento di eventuali pagamenti.

Così la nuova norma proverà a fermare pirateria sportiva e “pezzotti”

La nuova legge antipirateria italiana prende di mira la cosiddetta pirateria sportiva e la pratica, ancora piuttosto diffusa nel nostro Paese, di pagare una cifra modesta – certamente inferiore al costo dei singoli abbonamenti – per avere accesso ai cataloghi di diverse pay TV, tra cui appunto quelle che trasmettono appuntamenti sportivi e partite di calcio (il cosiddetto “pezzotto”, ragione per cui la stampa si è spesso rivolta in questi giorni alla legge antipirateria come “legge anti-pezzotto”).

Secondo dei dati di Fapav-Ipsos nel 2022 ci sono stati in ambito sportivo 41 milioni di atti di pirateria: il 178% in più rispetto al 2017. Di contro appena il 17% dei siti pirata che trasmettevano partite e altri appuntamenti sportivi è stato oscurato o bloccato. Il danno potenziale è non indifferente soprattutto se è vero che, come suggeriscono gli stessi dati, in circa un caso su due (il 49%) chi fruisce di un contenuto illegalmente a cui è capitato di incontrare siti oscurati si convertirebbe immediatamente a una modalità di sottoscrizione legale.

Non stupisce così che Sky e DAZN abbiano collaborato da vicino con le istituzioni alla definizione del nuovo quadro normativo per il contrasto della pirateria audiovisiva, come fanno sapere due comunicati stampa in cui le aziende esprimono soddisfazione per i risultati in qui ottenuti.

È probabile che continueranno a farlo anche in futuro quando, insieme ad altre parti lese (come la Lega Serie A, Serie B, Pro, ecc.), verranno inseriti dall’AGCOM in una lista bianca di segnalatori preferenziali. Il nodo che rimane da sciogliere, e una delle principali obiezioni che viene mossa alle previsioni attuali della legge antipirateria, è infatti come si farà a evitare che a essere sanzionati siano siti – e titolari di siti – perfettamente legali ma che hanno IP identici a quelli usati dai siti pirata per nascondersi. La via trovata è stata fin qui permettere le segnalazioni non ai comuni cittadini ma solo a chi detiene diritti sul contenuto audiovisivo trasmesso illecitamente.

Per ragioni simili la segnalazione di siti pirata e contenuti audiovisivi trasmessi illecitamente in Rete avverrà tramite un’apposita piattaforma. Per abbreviare i tempi la Lega Serie A ha messo a disposizione la propria, già pronta e in attesa solo della validazione da parte del neonato comitato tecnico dell’AGCOM. Ci sono due date “limite”, infatti, a cui i player del mondo del calcio tengono ad arrivare tutelati contro ogni tentativo di ingerenza terzo: l’inizio del campionato e l’assegnazione dei diritti TV per le prossime cinque stagioni della serie A.

Note
  1. ANSA
  2. Legge 93/2023
  3. AGCOM

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