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Adamo 2050: la storia dell'ultimo bambino nato in Italia, raccontata da Plasmon

Cortometraggio di Plasmon Adamo 2050
Fonte: Plasmon

Per portare all'attenzione di aziende e istituzioni il bisogno urgente di sostenere le famiglie, Plasmon presenta il progetto Adamo 2050 e immagina un futuro distopico in cui in Italia non ci sono più bambini.

Il problema (urgente) della decrescita demografica è il tema della nuova campagna e dell’iniziativa Adamo 2050, recentemente lanciata da Plasmon. Con un interessante video, in stile mokumentary, l’azienda ha provato a immaginare il futuro del nostro Paese nel caso in cui non venissero attuate delle politiche efficaci di sostegno ai neo-genitori, con conseguenze drammatiche per tutta la società.

Plasmon immagina il futuro dell’Italia senza bambini, con il progetto Adamo 2050

Un futuro bizzarro e preoccupante dove non ci sono più bambini viene presentato nel video condiviso sul canale YouTube di Plasmon il 13 febbraio. Ambientato nell’anno 2050, il cortometraggio di 7 minuti fornisce una radicale lettura delle potenziali conseguenze dell’attuale calo demografico, raccontando un Paese dove, per diversi mesi, non è nato più nessuno.

Si parte dalla testimonianza dei genitori di Adamo, presentato nel video come l’ultimo bimbo nato in Italia: essi sembrano divisi tra la gioia per la nascita del loro figlio e la preoccupazione per il suo futuro, giacché dovrà crescere privo della compagnia di altri coetanei. Sono i suoi genitori, infatti, i suoi unici compagni di gioco e non può nemmeno andare a scuola perché, per mancanza di bambini, gli asili nido e le scuole materne sono vuote.

Per dare un ulteriore tocco di realismo a questo video, Plasmon ha scelto come testimonial un vero esperto demografico che, in passato, si era già occupato del problema del calo della natalità in Italia: Alessandro Rosina, docente dell’Università Cattolica di Milano, autore del libro “Crisi demografica, politiche per un Paese che ha smesso di crescere” (pubblicato nel 2021).

In questa sorta di documentario futuristico, l’esperto dichiara che il nostro Paese ha sottovalutato il crollo della natalità al punto tale da diventare il primo paese al mondo in cui «i bambini sono diventati di meno rispetto ai nonni». Questa è stata la ragione per cui, secondo l’esperto, l’Italia sarebbe scivolata in quella che ha definito una «trappola demografica irreversibile».

Adamo 2050 | Una storia vera dal futuro – Un film di Plasmon
Adamo 2050 | Una storia vera dal futuro - Un film di Plasmon

Nel trattare la serietà del problema a cui si è giunti, l’esperto, a un certo punto, cita un punto focale del progetto di Plasmon Adamo 2050: secondo Alessandro Rosina, la situazione era «inevitabile» a causa della mancanza di politiche di sostegno alle famiglie, di «misure strutturali per la maternità e la paternità» e di «servizi per l’infanzia agli asili nido».

Il video si chiude con una frase che, uscendo dalla finzione narrativa del mokumentary, ricorda la reale e attuale situazione in Italia, con un invito a visitare la pagina del sito di Plasmon dedicata al progetto Adamo 2050:

«nell’ultimo decennio, le nascite in Italia hanno raggiunto i livelli più bassi di sempre, ma salvare il futuro del nostro Paese oggi è ancora possibile».

Crollo demografico: un problema che riguarda tutta la società

A partire da un dato reale, dunque, nel mokumentary il brand ha cercato di illustrare le varie sfaccettature del crollo demografico e il relativo impatto sulla società.

Per farlo, non si è affidato solo ad Alessandro Rosina, ma ha coinvolto anche altre testimonial.

Nel video, infatti, compare Barbara Clerici, che, nei panni di un‘insegnante della scuola dell’infanzia, racconta la propria esperienza come maestra: essendosi ritrovata, a un certo punto, con una classe vuota per la mancanza di bambini, ha deciso di diventare la maestra di Adamo, ricordando il ruolo fondamentale dell’educazione scolastica nel processo di sviluppo dei più piccoli.

Altra testimonial presente nel cortometraggio è Gloria Margherita Roberti, presentata invece come l’ostetrica che ha fatto nascere Adamo, che racconta quanto sia cambiato il proprio modo di lavorare passando da una situazione in cui le nascite erano abbondanti a un’altra dove un parto è diventato un evento fuori dal comune.

Quella raccontata da Plasmon è una storia che «appartiene al futuro, ma che parla del nostro presente», come si legge nella descrizione del video. A tal proposito, sulla pagina del sito dedicata, è possibile trovare una sezione con delle infografiche che illustrano dei dati alquanto preoccupanti sulla situazione demografica attuale.
Per esempio, secondo quanto riportato sul sito, ogni 4 minuti nascono circa 1000 bambini nel mondo ma solo lo 0,3% in Italia: un dato che fa riflettere, specialmente se messo a confronto con la percentuale corrispondente di altri Paesi, come la Francia e la Germania, che crescono al doppio della velocità rispetto all’Italia (0,6% di nascituri), oppure l’India (17%) o la Cina (10%).

Plasmon ADAMO 2050 progetto infografica

Fonte: Plasmon

Ci sono poi alcuni dati che riguardano invece la mancanza di politiche di aiuto ai neo-genitori dove l’azienda sottolinea ancora la differenza rispetto ad altri Paesi: per esempio, mentre in Italia il congedo di paternità retribuito è di 10 giorni, in Francia è pari a 28 giorni, in Svezia ogni genitore ha diritto a 240 giorni e in Spagna sono previste 16 settimane.

Come si legge sul sito di Plasmon, Alessandro Rosina dichiara che, per risolvere il problema della crisi demografica,

«dobbiamo riuscire a passare dall’idea di un figlio come costo economico e come complicazione organizzativa per i genitori a intenderlo come valore collettivo su cui tutta la società ha convenienza ad investire».

L’impegno di Plasmon per sostenere le famiglie

Trattandosi di un’azienda alimentare che produce prodotti per l’infanzia, la campagna in questione raggiungerà un pubblico forse più attento al problema messo in evidenza da Plasmon e decisamente molto interessato alle iniziative di sostegno ai genitori.
Tuttavia, come si è potuto notare, il progetto Adamo 2050 non si rivolge soltanto al target principale dell’azienda (ossia, le famiglie), ma vuole invece richiamare l’attenzione di aziende e istituzioni sulla necessità di implementare delle misure in grado di rispondere ai principali bisogni e alle difficoltà affrontate attualmente dalle famiglie italiane.

A tal proposito, sul sito, Plasmon ha identificato una serie di problematiche vissute dai genitori per quanto concerne degli aspetti organizzativi ed economici (relativi ad asili nido, congedi parentali, bollette da pagare, ecc.), aspetti lavorativi (come la difficoltà dei padri e delle madri nel conciliare la vita familiare e quella lavorativa) e infine aspetti educativi (legati al bisogno da parte dei genitori di strumenti che aiutino loro ad affrontare le differenti sfide in tema di educazione dei più piccoli).

Per cercare di fare fronte a questi problemi, il brand invita tutti a firmare la “Promessa di Adamo“: un movimento ideato per portare i temi sopra elencati agli Stati Generali della Natalità, il prossimo 11 e 12 maggio a Roma.

Con il lancio di una simile iniziativa però, Plasmon non poteva ignorare la propria responsabilità, come azienda, nei confronti dei propri dipendenti che sono o che vogliono diventare genitori. In tal senso, coerentemente con lo scopo del progetto Adamo 2050 Plasmon – si legge sul sito aziendale – ha avviato un «ambizioso, ma necessario, progetto di rafforzamento delle proprie politiche aziendali a supporto della vita familiare».

Secondo il brand di prodotti per l’infanzia, «per crescere il futuro dell’Italia, è necessario che ognuno faccia la sua parte. Lavorare a politiche, supportando la vita familiare in azienda, è il primo passo perché questo cambiamento avvenga».

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