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Come migliorare soddisfazione e produttività dei dipendenti? Qualtrics XM suggerisce le tendenze 2023

trend 2023 per l employee experience

La stabilità economica sarà prioritaria, ma non meno importanti saranno le possibilità di carriera e un giusto work life balance: questi i principali insight di Qualtrics XM quanto a trend 2023 per l'employee experience.

I mesi passati sono stati mesi di “grandi dimissioni” (great resignation) e di presa di consapevolezza da parte dei lavoratori dipendenti della necessità di bilanciare meglio lavoro, vita privata e affetti, anche quando ciò implica lavorare solo ed esclusivamente per numero di ore e mansioni per cui si è pagati (un fenomeno a cui la stampa ha preso a rivolgersi con l’espressione “quite quitting”). Sono stati, però, anche mesi in cui aziende e datori di lavoro hanno provato a incentivare il rientro in ufficio e a strutturare in modo più sistematico smart working e remote working dopo averli adottati come soluzioni emergenziali durante la pandemia. Qualtrics XM ha provato ad analizzare come tutto ciò si rifletta sui trend 2023 per l’employee experience intervistando dipendenti, collaboratori e responsabili aziendali di ventisette paesi diversi, tra cui l’Italia.

L’insight più macroscopico è stato che le aspettative delle persone nei confronti delle aziende per cui lavorano, esattamente come quelle da cui acquistano, sono «radicalmente» cambiate rispetto a prima. L’incertezza economica del momento è il driver principale di questo cambiamento: i lavoratori devono necessariamente focalizzarsi sui bisogni primari e, per questo, ritengono essenziale che i propri superiori sappiano «comunicare con loro in modo chiaro e aperto», sottolineano dall’istituto nel comunicato stampa di presentazione dei risultati.

L’incertezza economica costringerà le aziende a fare i conti innanzitutto con la soddisfazione dei dipendenti per il salario

Uno degli aspetti su cui collaboratori e dipendenti sembrano avere più bisogno di rassicurazioni, sottolinea Qualtrics XM, è la solidità del proprio posto e, più in generale, dell’azienda per cui lavorano. Non è una vera sorpresa considerato che sono le stesse particolari condizioni socio-economiche del momento a costringere le imprese a cospicui tagli di budget e organico.

Attualmente oltre un intervistato su tre afferma che c’è un netto collegamento tra il proprio stipendio e i propri risultati lavorativi e, più nel dettaglio, quasi un intervistato su due ritiene di non essere pagato in maniera equa. È un dato, l’ultimo, in linea con quelli di altri studi sulla soddisfazione salariale e a cui le aziende preoccupate di non perdere i collaboratori migliori dovrebbero fare attenzione, tanto più che lavoratori del proprio tornaconto economico sono lavoratori che hanno più probabilità – fino all’8% in più – di restare in azienda per almeno tre anni.

Dipendenti soddisfatti sono dipendenti che restano di più in azienda, ribadiscono i trend 2023 per l’employee experience

Più in generale migliorare soddisfazione e produttività di dipendenti e collaboratori sembra essere lo sforzo che guida i trend 2023 per l’employee experience. I vantaggi che se ne possono ottenere sono numerosi e importanti. Basti pensare che i dipendenti convinti di avere un buon work life balance sono disposti a dare all’azienda più di quanto sia loro richiesto: è così per il 71% degli intervistati da Qualtrics XM, contro appena un 18% di chi vive un peggiore equilibrio tra lavoro, tempo libero e vita privata.

Se quelli passati sono stati mesi in cui, per dimostrare di avere a cuore il benessere a trecentosessanta gradi della persona, le aziende hanno dovuto “aggiungere” – per esempio, servizi di counselling, sedute di terapia psicologica in azienda, piani di welfare aziendale, eccetera – sembra arrivato «il momento di lavorare per sottrazione, restituendo alle nostre persone la loro risorsa più preziosa: il tempo», sottolineano dall’istituto.

Certo anche una cultura aziendale condivisa, e cioè la sensazione di lavorare per un’azienda con cui si condividano valori e visioni e che abbia a cuore le proprie stesse cause, è un fattore non trascurabile quando si tratta di misurare la soddisfazione complessiva dei dipendenti e, più ancora, la probabilità che restino in azienda. La percentuale di retention sale – in alcuni casi fino all’80% – se i collaboratori condividono la filosofia aziendale o, meglio ancora, sentono che l’organizzazione sappia supportarli anche nelle scelte che prescindono dalla sfera lavorativa.

Anche la possibilità di avanzamenti di carriera, uno dei fattori più classici della employee retention , continuerà a giocare un ruolo chiave. Meno saranno messi in condizione di imparare cose nuove o di potenziare le proprie skill, infatti, e più i lavoratori cercheranno altrove opportunità di crescita professionale. Non si tratta solo di possibilità remota, considerato che poco più della metà degli intervistati da Qualtrics XM è attualmente convinta di poter raggiungere i propri obiettivi professionali all’interno dell’azienda per cui lavora.

Risolvere inefficienze ed eccessiva burocrazia per migliorare il benessere in azienda

Tuttavia, a fare la differenza in termini di soddisfazione e produttività dei dipendenti sarà quest’anno soprattutto, confermano i trend 2023 per l’employee experience evidenziati dall’istituto, la capacità delle aziende di lavorare su – e risolvere – processi e routine di lavoro inefficienti. Ben più di un intervistato su afferma di essere attualmente convinto che la propria scarsa produttività sia legata a modus operandi poco funzionali.

Adottata anch’essa nella maggior parte dei casi come soluzione emergenziale per far fronte all’emergenza sanitaria, per esempio, la tecnologia ha spesso finito per rendere macchinose, ridondanti e perciò poco efficienti molte delle operazioni produttive. Se a questo si aggiunge che in diversi casi non c’è stato tempo per formare adeguatamente i dipendenti all’impiego di nuove tecnologie, si capisce meglio perché le innovazioni sono state in realtà causa di inefficienze produttive, soprattutto, di stress per i lavoratori. A dimostrazione di ciò è il fatto che il 37% degli intervistati avrebbe manifestato sintomi da burnout e il 36% si sarebbe sentito «emotivamente svuotato».

La buona notizia è che l’ascolto delle persone potrà essere il primo, più importante, driver per far fronte all’eccessiva burocratizzazione e alla conseguente inefficienza delle operazioni aziendali, suggeriscono da Qualtrics XM.

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